LA FILOSOFIA ASTROLOGICA NELL' INGHILTERRA DEL DICIANNOVESIMO SECOLO: UN' INDAGINE LETTERARIA, 1784-1811

Sinossi:
Questo studio prenderà in esame i punti salienti e le diversità della filosofia dell'astrologia all’inizio della rinascita astrologica inglese del diciannovesimo secolo, iniziando dalla pubblicazione di "Illustrazione Completa della Celestiale Scienza Astrologica, nel 1784, da parte di Ebeneezer Sibly, e concludendo con "La Bellezza delle Scienze Occulte Investigata" del 1811, da Thomas White. Ci sarà costante riferimento alla più' importante letteratura astrologica pubblicata del periodo.

L' Autore:
Philip Graves pratica lo studio dell’astrologia e della sua storia dal 1995. Il suo sito web www.astrolearn.com include l’archivio dei suoi articoli e la sua biblioteca privata di letteratura astrologica internazionale meticolosamente catalogata, che contiene oltre 6850 libri e 9339 numeri di giornali ed almanacchi. Graves ha digitalizzato un numero consistente delle prime pubblicazioni astrologiche ed ha fornito assistenza per la ricerca agli autori di numerosi libri sull'astrologia. Ha un Honours Degree in Francese.

INTRODUZIONE:

Questo scritto esaminerà la filosofia dell’astrologia professata dagli autori dei più importanti testi e libri astrologici pubblicati in Inghilterra all' alba della rinascita astrologica del XIX secolo, tra il 1784 ed il 1811: Ebenezer e Manoah Sibly; C. Heydon Jun; e Thomas White.

Ebeneezer e Manoah Sibly.

I fratelli Sibly furono figure di riferimento, aprendo la strada alla ripresa delle pubblicazioni astrologiche nell' Inghilterra del tardo XVIII secolo, dopo oltre mezzo secolo di abbandono.

Manoah Sibly favorì in parte la cosa portando alla stampa in lingua inglese, per la prima volta, una delle migliori opere in Latino dell'astrologo Italiano del XVII secolo, Placido de Titis, il Tabulae Primi Mobilis, che è principalmente un trattato tecnico di base sull'astrologia. L a sua pubblicazione nel 1789 (1) di una traduzione in inglese da parte di un anonimo dell’opera di Placido, la traduzione di un manoscritto che è stata procurata dall' accademico entusiasta dell’astrologia, J.B. di Islington (2), servì a costruire un ponte intellettuale e metodologico tra la ricca compiutezza dell’astrologia Italiana del Tardo Rinascimento ed i primi passi dell’astrologia Inglese del primo XIX secolo. L'edizione inglese di Sibly del Tabulae Primi Mobilis fu in seguito migliorata dall' aggiunta delle tavole originali di Placido, nell' edizione pubblicata da John Cooper nel 1812, che fu da allora in avanti il riferimento normato in lingua Inglese per i lavori di Placido.

Menoah deve aggiungere poco di proprio alle parole di Placido, rimpiangendo solo in doviziosa prosa nella sua 'Nota del Curatore' il declino dell’astrologia ed allo stesso tempo lodando le conquiste dell’astronomia: è un'osservazione basata su verità ed esperienza, che le Arti e le Scienze, così come i Regni e gli Stati, hanno la loro ascesa e caduta. L' Astronomia è sul Carro del Trionfo da quando fu portata al livello di precisione che ha adesso da Newton, immortale; e comunque, limitata a sé stessa, separata dalla Filosofia degli Elementi, la sua parte più essenziale, l'Astronomia sembrerebbe una vetrina priva di gioielli; una speculazione inerte, spoglia di qualsiasi requisito che la rendesse raccomandabile all' uomo studioso ed intelligente. Ma quando legata a quella parte della

Metafisica detta Filosofia degli Elementi, ecco che sarà florida di istruzioni utili e tendente a ogni proposito costruttivo di rendere l’umanità migliore e gioiosa (3). Comprensibilmente di grande influenza tra gli sforzi letterari comuni dei fratelli Silby fu la composizione, da parte di Ebenezer (4), di un trattato a vasto spettro su astrologia e scienze occulte, consistente in più di 1120 pagine di amplio formato.

Dapprima pubblicato in quattro parti tra il 1784 ed il 1788, la sua 'Illustrazione completa della Scienza Celeste dell'Astrologia' andò forte nelle vendite. Il che è dimostrato dalle molte e frequenti ristampe successive, fino al 1826 compreso.

In una nota a 'Il Giovane Studente di Astrologia', Silby inquadra la sua filosofia dell’astrologia nel contesto dei costumi religiosi Cristiani, implicitamente presentando l’astrologia come una forma di 'profonda e trascendente' conoscenza naturale che deve rimanere subordinata al compito umano di personificare e realizzare la 'divina Provvidenza':

“Non permettere ad alcuna conoscenza, per quanto profonda e trascendente possa mai essere, inebriare la tua mente, o farti ritirare dal tuo dovere verso quella divina Provvidenza, dal cui ordine ed incarico, tutte le cose celesti e terrestri prendono il loro costante ed ininterrotto moto”. (5)

Dopo aver aperto con una tale nota di prudenza, procede sostenendo che ' Il Potere e La Saggezza' di Dio sono 'Magnificati' dall' aumento della conoscenza personale che viene dallo studio dell’Astrologia:

“Più la tua conoscenza è aumentata da questa scienza comprensiva, più tu magnifichi la potenza e la saggezza di Dio Onnipotente, e fai uno sforzo per preservare te stesso nel suo favore. (6)

Sibly presenta lo studio serio dell'astrologia come in naturale armonia, e addirittura altamente inclinante alla conduzione di una vita religiosa dedita alla venerazione.

Nei paragrafi d'apertura del testo principale della prima parte del suo trattato, dichiara che il lavoro è finalizzato a:

“Ristabilire una conoscenza qualificata di quella scienza comprensiva, che in tutte le epoche del mondo era ritenuta l’ornamento principale della società, e l’eccellenza distintiva delle menti illuminate”. (7)

Chiarisce di essere consapevole del pregiudizio negativo prevalente, e dell’ignoranza dell'astrologia nella sua epoca, che biasima in parte per 'gli attacchi violenti sul finire dello scorso secolo’ ed in parte per 'le teorie troppo raffinate dei filosofi moderni'.

Poi afferma essere il suo scopo: rimuovere il fango dagli occhi degli uomini con pregiudizi; e con il solo ragionamento, e chiare argomentazioni, mostrar loro che Dio è un Dio di ordine, e non ha creato nulla in vano; -che ha strutturato il mondo per numero, peso, e misura, ed ha fissato l' intero sistema delle cose celesti e terrestri su un piano così perfetto ed immutabile, che il tutto funziona insieme armoniosamente e simpateticamente, così da rispondere alle varie istanze per le quali furono inizialmente ordinati; - che i superiori uniformemente governano gl'inferiori; e che i corpi celesti agiscono sensibilmente ed hanno influenza su tutte le sostanze terrestri, siano esse animali, vegetali, o minerali; non per caso o accidente, ma per una regolare causa inerente, infusa in essi dall' inizio, dall' onnipotenza di Dio. (8)

Al contempo, Sibly si rifà alla dottrina Cristiana del Libero Arbitrio come una prova di obbedienza a Dio da parte dell’uomo, ritraendo questa libertà della volontà come agire in un dato modo indipendentemente dall' influenza planetaria per dare forma a diverse sfaccettature del fato: e così, non forzato né dall' immediato intervento della mano di Dio né dall' operare dei pianeti, come cause secondarie, alcuni abbracciano la vita, ed altri cercano la condanna; da qui seguono virtù e vizio, prosperità ed avversità, malattia e salute, vita e morte, e tutte le vicissitudini del Destino…. (9)

La Volontà dell' uomo, senza dubbio, in una varietà di istanti, arriva a grandi scontri e conflitti con le influenze stellari, sia nel bene che nel male, e spesso li sopraffà ampliamente; - poiché sebbene una persona sia nata sotto certi aspetti benefici o malefici, e questo possa mostrare il suo temperamento naturale e le sue disposizioni, ed indicare i principali eventi, fortunati o sfortunati, che sono i probabili segni di distinzione della sua vita; comunque tutto dipende dalla libera mente di quel' uomo, sia che tutte queste circostanze evidenziate alla sua genitura accadano, oppure no; perché il libero arbitrio in ogni uomo, quando fortificato dall'abitudine a virtù e saggezza, spesso lo mette in condizioni di dominare questi aspetti negativi, così da evitare di commettere qualsiasi atto criminale e di proteggersi dalle sfortune e dalle perdite che pendono su di lui; mentre gli uomini di costumi dissoluti e negligenti, non solo perdono i vantaggi di una genitura positiva, ma, se nati sotto aspetti malefici, non solo sono ridotti allo stato finale dell' angoscia, e periscono sotto i colpi della natura stessa, che uomini più saggi e migliori, nati negli stessi momenti infausti, hanno sopportato con maggiore agio. (10)

Sibly riconcilia la sua affermazione del Libero Arbitrio con la convinzione dell’onniscienza e provvidenza di Dio, opinando che:

“Dio, che ha dato ordine al ciclo della natura, certamente ha previsto il più piccolo cambiamento della volontà di ciascun uomo, ed infine ha congegnato il suo fato affinché gli corrispondesse, così da permettere la sua scelta libera ed incontrollabile” (11)

Tale è l'infinita preveggenza e provvidenza di Dio, che prevedendo i desideri ed i deserti di tutti i saggi ed i santi, nelle loro varie epoche e tempi, egli ha anche disposto i loro destini sovrapponendoli alle loro azioni. (12). Aggiunge che ci sono molte influenze del fato tanto forti che nessuna saggezza di uomo può prevenire. In questa categoria include 'le fatali ferire della morte', così come 'strazianti dolori e malattie', e le alte maree della prosperità e dell'avversità'.

Sibly cita dal Libro di Mosè, come prova della compatibilità dello studio dell’astrologia con la volontà di Dio:

Dio disse, "Che ci siano le luci nel firmamento celeste, per dividere il giorno dalla notte; la luce più grande governi il giorno e quella minore governi la notte; e che queste siano per i Segni, e le Stagioni, e i giorni o gli anni". - Queste le ragioni per cui furono stabilite, ed irrevocabilmente fissate dal loro grande Creatore…. Quando Dio ha detto, Che siano per i Segni, lui deve aver parlato riferendosi all'uomo cui diede forma come creatura razionale, in grado di distinguere un segno da un altro, e di migliorare da questi…. Noi dobbiamo considerare questi come segni e simboli di quegli eventi nascosti dell’avvenire, che è interessato conoscere ogni uomo saggio e buono; e che egli può sempre prevedere, in seguito ad uno studio virtuoso ed assennato di questi segni intelligenti, messi da Dio a tal scopo, nel firmamento del cielo. (13)

C'è un ancor maggiore interesse per la filosofia dell’astrologia nell' esposizione argomentativa introduttoria di Silby, che continua a pagina 54 a vale una lettura nella sua interezza, così come in parti successive del suo lavoro; tuttavia i limiti di tempo per questa conferenza mi impongono di spostarci al prossimo proponente.

2 C. Heydon, Jun.

C. Heydon, Jun. era lo pseudonimo di uno scrittore di astrologia la cui vera identità rimane sconosciuta, responsabile di due compatti libri tascabili sull'astrologia nel tardo XVIII secolo. Il suo pseudonimo fu scelto in onore al grande intellettuale che del primo XVII secolo Cristopher Heydon, che difendeva l'astrologia, ma non ci sono prove di una possibile discendenza con il vero Heydon.

Nel suo primo lavoro, 'The New Astrology' (1786), Heydon, Jun. sostiene che molti testi del passato siano stati crivellati di enigmi con difficoltà impossibili da superare, e che siano stati scritti:

in uno stile tanto ambiguo, che molte persone sono state scoraggiate dal cimentarsi con essa; ed altri, dall’idea volgare che fosse gravida d'imposture, e che il diavolo, evocato, vi mettesse mano. (14)

Il suo fine dichiarato è di convincere questi dubbiosi eliminando errori ed ambiguità e dimostrando che: ogni giudizio su Domande di Oraria e Geniture è fondata sulla mera verità e sulla moralità, ed è governata da regole ed osservazioni basate sulla posizione e gli aspetti dei pianeti; ciò, se debitamente osservato e propriamente studiato, ci farà scoprire una scienza infallibile. (15)

Heydon, Jun. proclama che l'astrologia è una scienza naturale:

“La Scienza dell' Astrologia è nient'altro che lo studio della Natura, la conoscenza delle virtù segrete dei Cieli, e può essere ottenuta con comunissima diligenza; e più noi proviamo diletto con essa più prontamente prevediamo le dinamiche degli eventi futuri, e giungiamo alla conoscenza di cose che sono state: e conoscendo l' ora precisa della nostra nascita, abbiamo la possibilità di leggere nei Cieli la storia per intero delle nostre vite, benedizioni e croci, malattia e salute, prosperità ed avversità, ed il momento della nostra morte”. (16)

Fa eco a Ebenezer Sibly citando dalla Bibbia per sostenere che l'acquisizione della conoscenza astrologica rientra nel rimanere ubbidienti alla Volontà di Dio:

“Dio ha dato questa conoscenza all' uomo saggio, 'per conoscere il tempo ed il giudizio' (Eccl. I, 5) 'ed il numero dei nostri giorni, così che possiamo aver certezza di quanto a lungo dobbiamo vivere' (Sal. XXXIX, 5) [,] grazie alla quale possiamo essere preparati per tutti gli stati di prosperità o avversità…. ed imparare a sostenere noi stessi mediante la fortezza e la rassegnazione”. (17)

Heydon, Jun. poi continua a citare da una traduzione in Inglese del Tetrabiblos di Tolomeo, Capitolo 3, in difesa della ricerca della preconoscenza umana:

“Cosa può essere più vantaggioso, tanto nel rispetto del diletto, della felicità o del piacere, che una tale preconoscenza, in virtù della quale conosciamo sia le cose divine che quelle umane?” (18)

Lo scrittore sotto pseudonimo inizialmente ritrae l'oraria come un'alternativa leggermente inferiore alla genetliaca, da preferirsi però in mancanza di orario di nascita. Ma poi dice, dell'oraria:

“Quasi la medesima soddisfazione può essere data, nella grandissima parte dei casi soggetti dell’indagine, come se si conoscesse davvero la Genitura”. (19)

Cerca di spiegare l'oraria come una 'simpatia nella natura' che egli attribuisce agli effetti di una “anima vegetativa del mondo”: “in queste simpatie non ci può essere dubbio che l'anima vegetativa del mondo, invisibile, comporta ed unisce una specifica virtù dal Cielo tra una cosa ed un' altra, producendo ovunque quegli effetti che nessun uomo può non ammirare; e nel caso qui presente, chi deve determinare ciò che quest'anima non può compiere tra i corpi celesti e lo spirito animale dell' uomo, costruendo simili simpatie, come quella, una domanda d'importanza per il nostro benessere non può iniziare dalla mente ma in un punto del tempo in cui i pianeti ed i segni che governano la nascita di una persona stessero agendo su di un soggetto che impegna i suoi pensieri e la sua attenzione? E da qui la nascita della domanda, come la genitura del bambino, porta la storia di tutta la vicenda sulla fronte”. (20)

Il secondo libro di Heydon, Jun., 'La Saggezza di Salomone in Miniatura' (1792), è un classico testo d'interpretazione compatto che riporta geniture diviso in due sezioni, riportando prima l'astrologo Rinascimentale Italiano Andrea Argoli e secondariamente Tolomeo come le sue influenze principali. Lo scrittore sotto pseudonimo ha studiato alcuni dei lavori di Argoli, specialmente il suo lavoro sulle direzioni, nonostante il fatto che il suo lavoro non avesse (ed ancora nel 2017 non lo ha, casualmente) una traduzione pubblicata in Inglese. Nella sua introduzione a 'La Saggezza di Salomone in Miniatura', diversamente dal suo libro precedente, Heydon Jun consiglia di applicare dosi consistenti di cautela, quando c'è di mezzo l'oraria, affermando:

“Quanto alle domande di oraria, devo rifiutarle, dacché provocano un impulso al dubbio nella mia mente, a meno di trovarsi in casi di grande emergenza”. (21). Ancora, continua tuonando contro l’assurdità di coloro che condannano l’astrologia senza averla studiata o compresa, proclamando che:

“è solo l’incapacità di questi aspiranti, che è la causa di tanti errori, perché lo sviluppo di questa scienza eccezionale arriva lontano, ben oltre le loro capacità di comprensione”. (22)

Egli riafferma la sua convinzione nell' indimostrabile verità della dottrina delle geniture, cui cerca di dare responsabilità riferendosi a: “un Potere Supremo che sovrintende agli affari degli uomini, che innalza alle vette o abbatte al suolo, a suo piacere, e fa' ciò che vuole tanto nelle schiere del Cielo, quanto tra gli abitanti della terra”. (23)

Come Sibly, comunque, l’Heydon-pseudonimo riconosce il libero arbitrio dell’uomo e le qualità personali essere attive all' interno di questi 'stupendi disegni'. Egli presenta inoltre una spiegazione intrigante sul potere sei Segni dello zodiaco -apparentemente né tropicalista, né sideralista nella sua filosofia, considerandole essere 'Celestiali Costellazioni di Stelle' che hanno: “una maggiore ed ovvia influenza sull’uomo che qualsiasi altra stella fissa; e la ragione è che esse formano il percorso di Sole, Luna e Pianeti in tutti i loro percorsi, ricevendo pertanto da essi maggior forza ed energia. (24)

3 John Worsdale

L' astrologo Inglese John Worsdale diede un contributo significativo alla rinascita astrologica del XIX secolo in Inghilterra, producendo tre opere principali negli anni tra l’ultimo decennio del 1700 e gli anni '20 del secolo successivo. Il primo fu Astrologia Genetliaca (prima edizione 1798); il secondo la sua Collezione di Geniture Notevoli (1799); ed il terzo, pubblicato molto più tardi, postumo: Filosofia Celeste (1828).

Nonostante il titolo, Filosofia Celeste è sostanzialmente un trattato tecnico previsionale basato sulle direzioni, con alcuni commenti filosofici incorporati nel dettaglio dei singoli casi studiati.

La filosofia dell'astrologia di Worsedale è esposta più chiaramente nel suo primo libro. Il corpo principale dell’edizione del 1798 di Astrologia Genetliaca inizia, dopo varie sottigliezze ed una nota a terze parti introduttiva, con una sezione intitolata “Una Difesa dell’Astrologia”, nella quale Worsdale lamenta la reputazione negativa che l'astrologia ha raggiunto a quei tempi:

“Vedendo che la venerabile scienza dell'Astrologia ha gemito per lungo Tempo sotto le scurrili Riflessioni di una congerie di Persone, chi erudita chi no, che tengono tutti i Praticanti di questa in Considerazione non migliore di fraudolenti Impostori, ed Intrattenitori della Massa ignorante e credulona; poiché mentre alcuni l' hanno considerata non migliore della mera Stregoneria, altri l' hanno classificata, se non Trucchi da giocolieri, comunque nell'ordine delle Speculazioni sull'assurdo”. (25)

Egli dichiara questo il suo compito, dibattere per la verità dell'astrologia. Come Sibly, Worsdale s'inchina al Cristianesimo e considera i corpi celesti cause seconde “sotto Dio il grande e Causa prima, unico Autore del nostro Essere” (26). “Siamo obbligati a credere, che tutte le Cose furono fatte per compiere ciò a cui meglio si adattano; e non v'è nulla in Natura sufficiente a cambiare le Qualità dei Corpi celesti, ma l'occulta e sacra Influenza del Mondo celeste (intendo il Sole, la Luna, le Stelle.), che sono, indubitabilmente dalla saggia Architettura di un Essere immortale ed Onnisufficiente, poste a varie Distanze e Sfere sopra di noi, proprio a questo scopo; perché nessun uomo razionale negherà, che Dio usa il Ministero del Cielo, ed i Corpi in esso contenuti, per il Governo e l'Amministrazione di questo Mondo inferiore”. (27)

Worsdale continua, descrivendo il mondo come un modello o struttura, creata da Dio, per il quale tutti i destini dovevano passare attraverso il tempo. Questa struttura consiste del Cielo e della

Terra, con il Cielo descritto come una grande Manifattura di tante Ruote, tutte avvolte assieme, una dentro l'altra; e la Terra e l’Aria avvolte in quella più interna (28)

Queste ruote (29) sono considerate un condotto che muove le forze della natura, includendo vita, spirito, potere e virtù, prima nel Cielo, poi in Terra e dalla Terra agli Uomini ed alle Bestie (30)

Ammettendo l'esistenza del Libero Arbitrio nel determinare virtù e vizio, Worsdale intende che Dio ha predisposto che essi venissero in contatto con i loro giusti meriti: (31)

Tale fu la Previsione e Provvidenza di Dio; che ad uno Sguardo, apparendogli, i molti Cambiamenti e Perturbazioni nella Volontà dell’uomo, e la totale Somma ed Esito di ogni Virtù e Vizio; Egli immediatamente, ha ideato che tutti i Fati di Prosperità ed Avversità, di Ricompensa e Punizione, debbano così seguire e pervenire, come se rispondessero alla Virtù ed alle Preghiere del Giusto, ed i Vizi e le Villanie del Malvagio, ciascuno secondo le proprie Opere, nei dovuti Tempi e Stagioni. (32)

Comunque, egli riconosce i ruoli variabili di tempo ed opportunità nel determinare le inclinazioni delle persone alla fortuna o alla sfortuna:

“Alcuni Uomini vengono al mondo in un’Ora fortunata, e tanto che siano saggi oppure folli, comunque saranno incoraggiati dalle Ali del Fato, e conquisteranno Ricchezza ed Onore, mentre un uomo più saggio e migliore, colpita da un Tempo di Nascita sfortunato, sarà denigrato come inutile, ed in ogni impresa sarà infelice…. A così il Tempo sembra scherzare e giocare con gli Uomini di questa Vita, ed irridere le loro Capacità, Coraggio ed Agilità, come se essi fossero mere storie”. (33)

Cionondimeno, Worsdale spiega l'operazione di sembrare casuale in termini di ignoranza umana sulle 'operazioni segrete del Cielo', ed aggiunge che dal punto di vista di Dio, nulla accade a caso. (34).

Worsdale parte da una lettura puramente fatalista dell'astrologia quando professa che per la Volontà umana è possibile prevalere o comunque calmare gli effetti dolorosi delle 'influenze stellari' quando la Volontà è fortificata da saggezza, forza delle abitudini e grazia, (35) affermando:

Ma anche ammesso che esistesse una Cosa come il Fato, comunque non ne conseguirebbe che esso dovesse comportare un'assoluta e fatale Necessità, perché non c'è una simile Cosa, non le Stelle, né il Cielo, né Ciclo Naturale, comunque che cercasse di cambiare la Volontà dell’Uomo, questi potrebbero solo inclinare con i loro Cicli. E qui troviamo l’Esercizio della Virtù, che si sforza e combatte contro Inclinazioni corrotte…. Inoltre, così efficaci sono state le Preghiere ferventi di Uomini fedeli e buoni, che non solo esse hanno ribaltato il Bordo di Inclinazioni maligne a cattive Qualità, ma hanno anche superato ulteriormente la Forza di Fati difficili. (36)

Ma Worsdale fa eco da vicino a Sibly quando afferma che: “Ci sono influenze così Potenti, che nessun Potere Umano vi si può opporre; come per esempio le Ferite fatali della Morte” (37).

L'autore dichiara che l'Astrologia è una scienza empirica piuttosto che una tradizione: “Questa Scienza è stata ottenuta in parte da Tradizioni verificate, ma specialmente da Osservazioni diligenti e costanti” (38).

Comunque egli non crede che tutte le branche di questa scienza abbiano già raggiunto un simile livello di perfezione, dichiarando che l’astrologia genetliaca è:

La Scienza più certa, ed il Capolavoro dell’Astrologia (39)

Quella che chiama 'Astrologia degli Stati', d'altro canto, è più fallibile, essendo: “un Pezzo dello Studio composto prevalentemente da Congetture, ed è in parte compreso; e poiché buona parte di esso dipende dalle grandi Congiunzioni che attraversano alcune Età degli Uomini, mancano molto di Perfezione”. (40)

A riguardo dell'astrologia meteorologica, Worsdale afferma che essa è estremamente difficile ed incerta: “Il Meteo dipendendo molto dalle Operazioni dell'aria, è retto da Aspetti più ristretti che non i Fatti umani pertanto l'Evento è più vario e incerto. Salvo il caso in cui fosse possibile conoscere l'esatta Quantità e Proporzione del Meteo, sia esso Buono o Cattivo, che è come diminuire, e dire espressamente in quale Clima e Posto inizierà a diminuire, è impossibile compiacere ulteriormente tutte le Persone in tutti i Posti con ogni predizione di questa Natura”. (41)

Worsdale crede che la conquista di conoscenza astrologica da sola non faccia il buon astrologo, sostenendo che la conoscenza debba essere 'santificata' dalla sua commistione con quella che chiama 'Saggezza Divina o Sovrannaturale' (42) che: insegnaci ad onorare la Divinità e la Teologia per prima cosa, e l'Astrologia per seconda. (43)

Inoltre, avverte Worsdale, la conoscenza dell'astrologia può fare male che bene e porta i propri praticanti sulla via della stregoneria. (44) Dice che ogni tanto piace a Dio confondere l'astrologo, portarlo in errore, e che Dio è dispiaciuto dall'eccessiva passione per la conoscenza. (45)

Worsdale sostiene che il Sole, la Luna e le Stelle non sono 'solo Segni', ma sono stati investiti da Dio con: un'Autorità ed un Potere che domina e governa su tutte le cose soggette al Giorno ed alla Notte. (46)

Continua sostenendo il potere del Sole e della Luna sulla base di osservazioni naturali, rispettivamente sul calore e sulle maree degli oceani, affermando per esempio, riguardo la Luna: “ essa è la Signora dell'Umidità, inoltre lo è della Notte, e ciò si mostra nelle maree, che attendono costantemente il suo Moto” (47).

Le stelle, d'altro canto, hanno un Modo segreto e nascosto per Governare, per cui operano impercettibilmente in ogni cosa che portano ad Agire. (48)

Worsdale continua sostenendo che il Sole e la Luna esercitano anche segrete ed insensibili Operazioni od Influenze…. sopra tutti i figli del Dì e della Notte: ed all' interno di queste sono scritte tutte le ordinanze della Luna e delle Stelle, scritte per esser Legge sull'Umanità, ed a tutto il Corpo della Mortalità, fino a quando il Mondo esisterà. (49)

Inizialmente, esprime incertezza se le influenze celesti agiscano direttamente e materialmente sulla Terra o se siano mediate da un'agente spirituale al quale si riferisce chiamandolo l'Anima del Mondo, (50) un concetto che attribuisce al Platonismo. (51) Ma poi argomenta con più determinazione a favore dell’esistenza di tale Anima: “come potrebbero le Simpatie e Antipatie della Natura produrre tali Similitudini e Differenze ad una tale distanza come le vediamo fare, e questo fino a che è dal Cielo sulla Terra, e così altro, senza alcun Contatto visibile od immaginabile, senza che una simile Virtù animale sia presente nel Mondo, in grado di comportare una tale invisibile Corrispondenza tra Creature e Creature?” (52).

Ad ogni modo, crede che lo Spirito di Dio sia ciò che porta in atto il Cielo, (53) concludendo:

“Lo spirito di Dio Onnipotente riempie Cielo e Terra con la sua presenza, e da qui orna il Cielo e fa in modo che le preziose virtù del Sole, della Luna, delle Stelle, siano portate e distribuite in tutte le Parti del Mondo. E così immediatamente Dio governa in Cielo, e governa tutto il Mondo mediatamente, dal Cielo. (54)

4 Thomas White

Una delle tragiche figure leggendarie nella storia dell’astrologia è Thomas White, che cadde vittima di una trappola della polizia, come preludio di un'accusa riuscita con l'accusa di lettura del futuro. Morì prematuramente dopo poco meno di un anno d' internamento nelle fredde e squallide condizioni di una prigione inglese, ed è di conseguenza celebrato come martire dell’astrologia. (55)

Ma mentre era ancora un uomo libero, White scrisse uno dei più sostanziosi trattati sulla' astrologia nei primi anni del XIX secolo, 'Le Bellezze della Scienza Occulta Investigate, o l’Informatore Celeste' (1811), che si estende per 436 pagine.

White inizia il suo libro con una introduzione filosofica, nella quale si riferisce ad un’infusione in tutte le cose di una 'Vita' in virtù di: le grandi masse sono tenute insieme nei loro cicli ordinari, così come le piccole particelle sono governate nel loro moto naturale, secondo le molte leggi d'attrazione o gravità con cui ogni particella [sic] di materia è dotata. (56)

Continua sostenendo sulla base di questa osservazione essenzialmente scientifica per l’influenza astrologica:

“Da qui si può supporre, concordando, sulla configurazione ed il rispettivo temperamento dei corpi celesti, insieme alle varie configurazioni ed aspetti, ed influenza dell'uno sull'altro, e certamente sull'individuo che è nato; poiché in proporzione, mentre questi operano rispettivamente insieme, sarà la propensione e l’inclinazione della persona nata sotto tale e talaltra posizione delle Stelle celesti”. (57). White continua a spiegare l'astrologia in similitudini e termini dal naturalismo: gli effetti derivati dagl'incredibili poteri della mutua attrazione delle differenti parti e masse (grandi o piccole) di materia, una sopra l'altra; quale conoscenza dev'essere conseguita dallo studio e l'osservazione dell’influenza prodotta dal moto dei corpi celesti; poiché come l'Astronomia ha la propria origine nel moto e nella rivoluzione delle Stelle, così l'Astrologia è basata sugli effetti e le influenze di attrazione e gravitazione dei corpi stessi. (58).

Mantenendo la sua naturale, fisica visione dell’astrologia, White la difende da possibili obiezioni religiose su queste basi: “L' Astrologia non può esse ripugnante per la religione Cristiana, a meno che sia un peccato studiare la Natura dell’Astronomia: al contrario, ha una tendenza ad elevare la mente alla contemplazione di Dio, il Padre di tutto”. (59)

Poi discute l’utilità per gli uomini di avere una pre-conoscenza di eventi futuri, con la motivazione che 'pre-avvisato [è] pre-armato'. Egli in seguito sostiene i vantaggi dell’auto-coscienza riguardo le 'caratteristiche o disposizioni' nella natura dell’individuo, specialmente in relazione a 'tendenze al male: che egli possa per questo, quando è arrivato agli anni della maturità, (e, si spera anche della discrezione) fare uso della propria ragione e di miglior giudizio, a far da correttore della naturale inclinazione al vizio, che vede predominante nella sua costituzione. (60)

Descrivendo l'astrologia come 'la più antica tra le scienze dell'uomo', White cita esempi di celebri culture antiche in cui essa era praticata, e rendeva famose persone che la praticavano, sostenendo su questa base che: vedere che l’Astrologia in ogni epoca è stata molto professata ed incoraggiata da molti personaggi eminenti ed esaltati, di certo nessuna persona ha motivo di ritenere questo studio al di sotto della loro più profonda attenzione. (61). Dichiara che l’astrologia: guida le persone, in modo naturale, come potrebbero gestire al meglio i propri affari nel Mondo; come con le elezioni, per scegliere un tempo adatto per iniziare qualsiasi impresa importante; con le direzioni dei Pianeti nelle loro geniture, e rivoluzioni annuali per scoprire i periodi più pericolosi o propizi che si avvicinano a ogni Nativo (62)

Nell' apertura del primo capitolo principale nel suo libro, White riconcilia la sua visione naturalistica dell'astrologia con Cristianesimo preponderante del suo tempo sostenendo che:

L'Astrologia comprende ogni operazione che procede dal corpo della natura e ci arricchisce con una conoscenza delle virtù occulte di tutte le sostanze terrestri, e della natura e della finalità di ciascuna particella della Creazione di Dio. (63)

Egli estende la sua convinzione sull'astrologia come un attrezzo per comprendere l'opera di Dio il creatore, sottintendendo che Dio abbia voluto che il Sole, la Luna e le Stelle 'comunicassero saggezza e felicità all'umanità' dallo studio delle loro influenze. (64)

Commento [NC1]:

Citando parabole Bibliche interpretate comunemente in riferimento all'illuminazione e la comprensione dell'umanità, White deduce che è: il dovere di ciascuna creatura razionale migliorare in virtù di questo esempio divino, e di aumentare la loro conoscenza imperfetta in materia di creazione. (65)

Conclusione:

Questo studio ha riconosciuto che nei primi decenni della rinascita astrologica Inglese, tutti i maggiori esponenti letterari di astrologia consideravano che lo studio dell’astrologia fosse in contatto con la Volontà di Dio da una prospettiva Cristiana e che fosse benefico nella pratica da una prospettiva umana. Vi è anche largo consenso tra gli scrittori che abbiamo studiato sul fatto che l'astrologia sia una scienza naturale, con i movimenti dei luminari e dei pianeti attorno la sfera celeste essere non solo Segni, ma anche cause di eventi sulla Terra, forse mediati da un'Anima del Mondo.

Ed ancora, nonostante questa riconosciuta causalità naturalistica, la responsabilità finale per la cosiddetta 'causa seconda' costituita dai movimenti dei corpi celesti è ascrivibile al Creatore Onnipotente. E nonostante questo sistema unificato di causalità cosmologica, la dottrina Cristiana del Libero Arbitrio è sostenuta da tutti gli scrittori, essendo l'azione causale dei corpi celesti tenuta per servire solo come un impianto parzialmente deterministico all' interno del quale la volontà degli individui è l’inappellabile elemento determinante delle scelte morali fatte in vita.

La consapevolezza dell' importanza del Libero Arbitrio in questo primissimo gradino della letteratura astrologica moderna ha comprensibilmente aperto la strada ad un successivo sviluppo di filosofie dell' astrologia completamente non deterministiche in disaccordo con quelli parzialmente deterministici che erano presenti a questo tempo ed hanno anche prefigurato scritti astrologici che si richiamano ad approcci semi-alchemici per la trasmutazione di avverse influenze astrali, che avrebbero poi raggiunto i loro maggiori sviluppi nella letteratura astrologica del tardo XX secolo.


NOTE
(1) [De Titis, P.], op. cit.-, entrambi i volumi
(2) Vedi testimonianze di J.B. in The Astrologer Magazine and Philosophical Miscelano, agosto,1793, pp.19-21
(3) [De Titis, P.], 'Astronomia e Filosofia degli Elementi', p. A2
(4) Da qui in avanti, quando ci si riferisce a Silby, si intende Ebenezer Silby
(5) Silby, E., op. cit., p.v.
(6) Ibid.
(7) Silby, E., op. cit., p. 13
(8) Silby, E., op. cit., pp. 13-14
(9) Sibly, E., op. cit., p. 16
(10) Sibly, E., op. cit., pp. 19-20
(11) Sibly, E., op. cit., p 19
(12) Sibly, E., op. cit., p 20
(13) Sibly, E., op. cit., pp. 21-2
(14) Heydon Jun., 'The New Astrology', p.v.
(15) Ibid.
(16) Heydon Jun., 'The New Astrology', p.vi
(17) Heydon Jun., 'The New Astrology', pp. vi-vii
(18) Heydon Jun., 'The New Astrology', p. ix
(19) Ibid.
(20) Heydon Jun., 'The New Astrology', p. x
(21) Heydon, Astrophilo., 'The Wisdom of Solomon in Miniature', p. iii
(22) Heydon, Astrophilo., 'The Wisdom of Solomon in Miniature', pp. iii-iv
(23) Heydon, Astrophilo., 'The Wisdom of Solomon in Miniature', p. vi
(24) Heydon, Astrophilo., 'The Wisdom of Solomon in Miniature', p. 1
(25) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 1
(26) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 3
(27) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 4
(28) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 8
(29) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 56-7
(30) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 8
(31) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 20
(32) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 6-7
(33) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 12-13
(34) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 14-20
(35) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 21
(36) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 64-5
(37) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 22
(38) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 25
(39) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 30
(40) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 29
(41) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 78-9
(42) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 31
(43) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 32
(44) Ibid.
(45) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 34-5
(46) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 37-8
(47) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 39-40
(48) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 40
(49) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 49-50
(51) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp.
(52) Ibid.
(53) Worsdale 'Genetliacal Astrology', p. 51
(54) Worsdale 'Genetliacal Astrology', pp. 59-60
(55) Vedi i profili registrati da un corrispondente dal nome di penna 'Amante della Scienza' in L'Oroscopo, maggio,1841, pp. 198-9
(56) White, T., op. cit. p. 8
(57) Ibid.
(58) White, T., op. cit. p. 9
(59) White, T., op. cit. p. 10
(60) Ibid.
(61) White, T., op. cit. p. 15
(62) White, T., op. cit. pp. 11-12
(63) White, T., op. cit. p. 16
(64) White, T., op. cit. pp. 16-17
(65) White, T., op. cit. p. 17