LA MEDICINA ASTROLOGICA: DA IPPOCRATE E GALENO ALLA GENETICA
di Adriana Rampino Cavadini

Il percorso che ha separato la medicina e l’astrologia antica di Ippocrate e Galeno dalla medicina attuale è stato lungo e segnato da sconfitte e ripensamenti, arrivando sino ai giorni nostri, incompleto e di difficile applicazione. In particolar modo il ramo che si occupa della salute. La malattia è stata uno dei fattori che ha forgiato il destino dell’uomo perché, in ogni tempo, il genere umano è stato afflitto da terribili malattie ora quasi scomparse. Patologie come la lebbra, la tubercolosi, la gotta, la sifilide, il vaiolo, la poliomielite, così come le grandi pestilenze e le malattie epidemiche che falcidiavano popolazioni inermi, le carestie, la mortalità infantile che colpiva la metà delle nascite, anche se altre malattie si sono sviluppate maggiormente con l'avvento della civiltà industrializzata; le patologie cardiovascolari, i tumori maligni, i disordini metabolici dovuti a cattiva alimentazione, ai pesticidi, allo stress; le patologie neurologiche e quelle autoimmuni, solo per citarne alcune. Per questo motivo la salute e la prevenzione sono sempre di più il settore dell’astrologia che merita di essere approfondito.

L’astrologia medica possiede una sua storia, e una sua sistematica che ha come base la simpatia cosmica, un concetto che vuole l’uomo disegnato e costruito come il suo cielo. Giunge a noi dall’antichità come “melotesia” zodiacale (1) l’assegnazione del corpo umano diviso in zone partendo dalla testa Ariete ai piedi Pesci, per poi svilupparsi maggiormente tenendo conto dei pianeti. Per secoli, curare le ferite o le malattie è stato un imperativo di cui si occupavano sacerdoti e maghi che rivolgevano uno sguardo al cielo e uno alla natura. Si dovrà aspettare la cultura ellenica presocratica per accedere all’indagine diretta sul malato e avere i primi documenti realistici sulle affezioni del corpo. Fu Pitagora o Alcmeone da Crotone a introdurre il concetto di analogia e di “armonia”, definendo la salute come uno stato di equilibrio tra due forze opposte e complementari: caldo-freddo, dolce-salato, giorno e notte, e considerando che per mantenere la salute era necessaria l’armonia tra le forze di offesa e di difesa; una teoria molto attuale anche ai giorni nostri.

IPPOCRATE

Così come il famoso astronomo Claudio Tolomeo (7) introdusse un’astrologia a base astronomica, più anticamente, Ippocrate, astronomo, medico e filosofo, (V sec. a. C.) ebbe il merito di rivoluzionare la medicina dei suoi tempi, introducendo l’osservazione dei malati e del luogo in cui vivevano. Egli riprese la teoria della similitudine tra microcosmo e macrocosmo, asserì che l’organismo umano è un microcosmo soggetto alle stesse regole del macrocosmo e che quindi ne subisce gli stessi influssi. Inoltre, Ippocrate teneva conto della zona geografica riguardo alle patologie che affliggevano le persone e considerava la malattia come sofferenza di tutto l’organismo, anche se localizzato in una sua parte. Affermava che non c’è la malattia di fegato, bensì il “malato” di fegato; non è questa la teoria su cui si fonda la psicosomatica attuale? Per primo, studiò i segni e i sintomi dei malati per capire come curarli e introdusse una metodologia e anche una semeiotica medica anche se in embrione. Nonostante l’acutezza e la modernità delle sue teorie Ippocrate dovette comunque fare i conti con la teoria degli umori e anche con quella dei “giorni critici” di origine pitagorica. La teoria dei giorni critici permetteva ai medici di capire i cicli della malattia, ma non di curarla e si adattava a un paese, dove la gente moriva di malaria o di polmonite; le febbri della malaria, infatti, si susseguono con regolarità perfetta seguendo il ciclo biologico del parassita. Sappiamo che ai tempi di Ippocrate e sino alle soglie della modernità le malattie che mietevano il maggior numero di vittime erano quelle acute; malaria, vaiolo, tubercolosi, gastroenteriti perniciose, tifo, dissenteria amebica, per non parlare delle morti violente causate dalle guerre o dagli incidenti. (2) E’ probabile che proprio la tipologia delle epidemie e delle malattie che dominavano in quei secoli abbiano contribuito a giudicare e a porre i due pianeti, Marte e Saturno, nella categoria dei pianeti cattivi - definiti appunto “malefici”, poiché avrebbero comunque il potere di “diminuire la vita”. L’astrologia antica e in parte quella moderna sono contraddistinte da giudizi che riguardano eventi negativi; morti violente, nascite deformi, destini drammatici, incidenti. Basta leggere autori come il Sementowsky Kurilo (4), per capire come l’influenza dell’astrologia apocalittica dei tempi antichi aleggi ancora tra noi.

L’astrologia medica antica doveva molto a Ippocrate e a Galeno (2) soprattutto per la teoria degli umori, che più anticamente erano solo due, caldo e freddo, e solo con i secoli si è arricchita fino alla formulazione che conosciamo dei quattro umori o fluidi corporei. Fu Galeno (130 d.C.) a perfezionarla assegnando a ogni umore un carattere, un organo, una natura e un elemento. (si veda riquadro). Il sistema fisiopatologico galenico di cui la teoria dei fluidi era un fondamento, ha influenzato pesantemente per molti secoli tutta la medicina e insieme anche l’astrologia medica. Durante il Medio Evo e fino al XIV secolo la teoria degli umori era ancora considerata fondamentale e per curare il malato si operava con salassi, purghe o decotti bizzarri a base di fegato di verme o lingua di tritone, al fine di riportare i quattro umori in equilibrio e così alla guarigione del paziente. Anche nei secoli successivi, le grandi epidemie di peste, vaiolo, tubercolosi e sifilide, che provocavano migliaia di vittime, non potevano essere curate che con gli stessi inutili metodi. Dobbiamo arrivare al XVIII secolo grazie anche all’innovazione del microscopio e al lavoro di medici e ricercatori come ad esempio, William Harvey che dimostrò come funzionava la circolazione del sangue, per trovare l'abbinamento malattia-organo su cui si basano ancora oggi i medici; ancora più avanti nei secoli, arrivando all'era contemporanea, per la conquista di conoscenze approfondite del corpo umano e del suo funzionamento, dei farmaci e della chirurgia. Il progresso della scienza medica non favorì quella astrologica perché tutta l’arte celeste declinò per ricomparire lentamente nel XX secolo e nonostante Tolomeo considerasse indispensabile per i medici la conoscenza dell’astrologia, la parte medica è stata relegata al solo sistema dei quattro umori e dei temperamenti almeno dal Medio Evo sino al XVII secolo. E ora ci troviamo ancora a confrontarci con la teoria degli elementi e dei temperamenti che se non è del tutto inutile non è più sufficiente per capire le predisposizioni a eventuali patologie.


UMORETEMPRAORGANONATURAELEMENTO
Bile neraMalinconicoMilzaFredda-AsciuttaTerra
FlegmaFlemmaticoPolmoniFredda-UmidaAcqua
SangueSanguignoTestaCalda-UmidaAria
Bile giallaCollericoCistifelleaCalda-AsciuttaFuoco

L’astrologia medica da antica a moderna

La teoria di base rimane per tutti quella tolemaica che si fonda sui moti del Sole, della Luna e degli astri sia nel loro rapporto, sia rispetto alla Terra. Dunque, sono le leggi della natura che ci circonda, in alto e in basso, in cielo e sulla Terra, le guide immutate e i cardini della nostra scienza. Partendo dal presupposto che l’ordine di costruzione di qualsiasi organismo vivente sul nostro pianeta obbedisce alle stesse leggi, quelle della natura, possiamo correlare tra loro i vecchi assiomi che fanno parte della letteratura astrologica antica e le funzioni del corpo umano come lo conosciamo oggi. Avevo già gettato le basi di questo lavoro anni fa che sono confluiti in un testo edito da Hoepli “Principi di astrologia medica” (5) che ha avuto lo scopo di ricostituire le basi dell’astrologia riguardo al corpo umano assegnando ogni parte a un segno e ogni funzione a un pianeta rispettando l’ordine di costruzione di ogni organismo come nello sviluppo dell’embrione. Una struttura zodiacale credibile che rifletta il corpo umano deve tenere conto della sua anatomia e del suo funzionamento. Funzioni e apparati devono essere descritti con chiarezza e abbinati allo zodiaco con razionalità oltre che col sistema di analogia e simbolismo.

Nell’astrologia antica sia l’anatomia del corpo, sia le funzioni dei sistemi sono rappresentate insieme dai sette pianeti, relegando ai dodici segni soprattutto il carattere, la personalità del soggetto preso in esame. Si tratta di trovare un denominatore comune tra i canoni antichi e quelli più realistici attuali, assegnando funzioni e anatomia ai rispettivi domini. Prendiamo ad esempio Saturno e il Capricorno.

Un astrologo classico greco, come Retorio (VI sec. d.C. ) (1) che unisce tra loro metodi e tradizioni antiche, così descrive Saturno: “….governa nel corpo le gambe, le ginocchia, la materia sierosa, intesa come parte liquida del sangue, i nervi, il flegma, la vescica e ciò che è nascosto alla vista…” , funzioni e parti anatomiche non sono divise mentre nell’astrologia moderna Saturno, essendo freddo e secco, governa soltanto funzioni; aggreganti come i fattori della coagulazione del sangue, regolatrici, concentranti, inibenti e rallentanti. Sarà il segno del Capricorno a governare zone anatomiche; lo scheletro e le ossa, le ginocchia, la matrice emopoietica, l’apparato tegumentario (denti, unghie) e la bile. A proposito di bile, la teoria degli umori riporta la bile nera (che dovrebbe essere quella della colecisti) associata all’elemento Terra, di natura fredda-asciutta, temperamento malinconico, in effetti, la bile è associata al Capricorno.

Saturno e anche Marte, sin dall’antica “Iatromatematica” che pare risalga a Ermete Trismegisto, sono rimasti irrimediabilmente malefici. (7) Meno drastico è Tolomeo nel Tetrabiblos: dice la tradizione che “ Marte e Saturno sovente hanno azione benefica rispetto all’agire, alla fama, alle ricchezze, mai favoriscono la vita” e in un altro punto si asserisce che:” Non vi sono tra le stelle alcune benefiche e altre malefiche, tutte sono benefiche, utili conservatrici del cosmo intero” Più avanti, però a proposito del temperamento o umore delle stelle si afferma che …” Gli astri in cui predominano il freddo o il secco, umori corruttivi, hanno. “virtù mal facente ed essi sono Saturno e Marte”. In sostanza Tolomeo asserisce che: ”… dei quattro umori, il caldo e l’umido, sono generativi e operanti e per la loro virtù ogni cosa cresce e attecchisce.”. Per questo Giove e Venere e in parte la Luna sono considerati benefici, mentre le stelle di Marte e Saturno avrebbero contraria natura; “…la prima a cagione della sua eccessiva freddezza, la seconda della sua eccessiva secchezza...”. In sostanza si tratta di giudicare quando la funzione di un pianeta è equilibrata oppure alterata. Se passiamo al funzionamento fisiologico, osserviamo che anche nei meccanismi omeostatici c’è sempre il pericolo di un’alterazione, la funzione può essere eccessiva o carente, ossia ipo o iper. Dove con ipofunzione s’intende la debolezza del pianeta mentre l’iperfunzione denota l’eccesso di forza del pianeta in esame.

Teniamo presente che Marte e Saturno governano anche il sistema immunitario; Marte le difese immediate, Saturno quelle più complesse che utilizzano la memoria per il riconoscimento dell’antigene (il nemico), il giudizio sul loro stato, celeste e terrestre, è fondamentale. Inoltre la lettura di Marte analogicamente legata al caldo, al secco, e al fuoco è importante per quasi tutte le patologie infiammatorie, tenendo presente che ormai la medicina ha buoni motivi per ritenere che l’infiammazione sia la base di molte patologie oltre che autoimmuni anche tumorali.

Secco e freddo sono anche attributi che definiscono in medicina alcune patologie e perfino alcune cellule. E’ noto che le cellule tumorali si sviluppano meglio con il freddo e al contrario temono le temperature elevate. Nella medicina egiziana antica si riconoscevano malattie “calde” e “fredde”, quelle calde trovavano corrispondenza nell’aspetto di Marte, quelle fredde con Saturno.

A tutt’oggi l’astrologia medica non ha fatto eccezionali progressi. Per raggiungere l’obiettivo, non facile, di fare prevenzione usando il tema natale, bisognerà tornare a considerare il valore dei pianeti e dei luoghi come ci ha minuziosamente illustrato, Tolomeo, nel suo Tetrabiblos, rinunciando al solo utilizzo di un’astrologia “moderna” ridotta ai minimi termini. Mentre per chi pratica la classica, sarebbe indispensabile l’accettazione dei pianeti scoperti negli ulti tre secoli, Urano, Nettuno e Plutone, valutandone attentamente le corrispondenze fisiologiche, il cui valore simbolico non è possibile ignorare se si vuole arrivare a un risultato coerente e al tempo stesso al rispetto della natura non soltanto astronomica e astrologica bensì anatomo-fisiologica umana. Solo così alcuni dei suoi principi fondamentali, che parevano superati, in realtà reinterpretati in un’ottica moderna possono ancora oggi essere degni d’indagine e applicazione diagnostica.


Bibliografia
(1) - “Arcana Mundi”, Giuseppe Bezza, vol. primo, e vol. secondo .BUR ed. Rizzoli
(2) - “Le malattie all’alba della civiltà occidentale”, Mirko D. Grmek. Il Mulino
(3) - “Malato, medico e medicina nel Medioevo”, Jole Agrimi – Chiara Crisciani - Loescher ed.
(4) - “Astrologia: trattato completo teorico e pratico”, Nicola Sementowsky – Kurilo, Hoepli
(5) - “Principi di astrologia medica “, Adriana Rampino Cavadini”, Hoepli editore
(6) - “Traité pratique d’astrologie”, André Barbault, ed. Seuil 1961
(7) - “Tetrabiblos”, di Claudio Tolemeo, traduz. di Giuseppe Bezza, Nuovi Orizzonti - 1990