DECIMA CASA, FIGURE GENITORIALI E AUTONOMIA




Il successo è l’abilità di passare da un fallimento a un altro senza perdere l’entusiasmo.
Winston Churchill


Ci tengo a premettere che molto di quanto scritto è frutto di riflessioni, ricerche personali e di letture fatte nel corso degli anni, spunti che ho trascritto nel tempo, letture di libri o articoli su testi diversi. In questo processo continuo nel tempo di chi scrive e di chi legge, vedo una sorta di eredità, come se gli autori, padri o madri che siano e che hanno affidato a un libro le proprie riflessioni, siano riconoscenti di essere letti e citati da chi viene dopo di loro, come fossero dei figli che portano avanti quanto fatto in precedenza dai loro predecessori.

Colgo l’occasione comunque per ringraziare dal cuore tutte le persone che tramandano il sapere e diffondono la conoscenza, a mio avviso, in fondo, unica vera protagonista.

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Ho dovuto ascoltarmi interiormente e fare una complessa elaborazione prima di accettare l’invito alla partecipazione a questo convegno. Il fatto che sia un convegno internazionale ha fatto partire la mia curiosa natura Sagittario, segno del mio Sole, che normalmente è più a suo agio nell’insegnamento, ma che vuole comunque mettersi in gioco e vedere come reagirà a questa nuova esperienza. Cosa riuscirò a elaborare dopo numerosi anni di studi astrologici?

E poi quest’anno nel ritorno solare ho l’ ascendente nel segno dei Gemelli, in nona casa, e ho colto pertanto la sfida, principalmente con me stessa.

E’ questa la motivazione che mi ha fatto dire sì a questa prova; dato che in verità è la prima volta che partecipo a un convegno come relatrice, e se devo essere sincera pensavo che non lo avrei mai fatto, perché intervenire a un convegno richiama molto il fattore decima casa, il farsi vedere in pubblico, in posizione di spicco, come il bellissimo libro di Howard Sasportas, "Le dodici case", cita, mentre parli tutti ti guardano e ascoltano e poi commentano più o meno apertamente quello che stai dicendo, a volte approvano altre volte meno, e qui per me arriva una brutta sensazione………ma quello che dico piacerà agli altri? Sarà interessante, comprensibile? E qui è l’ascendente Bilancia che prende il sopravvento.

Ma perché questo timore, poi il timore è un processo comune a tutti? Penso proprio di sì, anche per chi ha una decima casa in Leone o Ariete, sicuramente i segni più coraggiosi.

Come dicevo ho un’ ascendente Bilancia e quindi la decima casa si trova nel segno del Cancro, per me una casa vuota, senza pianeti, il che come ben sapete comporta il fatto di aprirsi all’esterno con una certa difficoltà e timidezza che si porta con se quella sensazione di sentirsi sempre un po’ bambini, timidi e bisognosi di aiuto, quando ci troviamo a fare cose da grandi …….da decima, …….e visto che poi la Luna, signora del segno del Cancro, si accomoda più o meno comodamente in quello della Vergine, congiunta a Plutone, ancora più difficile nel mio animo è questa apertura pubblica, e non finisce qui, un Saturno autogiudicante in Capricorno al Fondo Cielo mi porta a indagare più al mio interno che all’esterno, a restare nel mio dentro, nell’ intimo, nel territorio conosciuto, insomma a casa mia.

Mi riprendo però con il pensiero che poi non è per tutti così semplice andare verso una casa decima, perché è il processo umano stesso di crescita, di sviluppo, di evoluzione, del piccolo che cerca di diventare grande, o del seme che diventa pianta, l’elevazione verso il CIELO, da una condizione di basso di dimensione TERRA, il potere andare verso l’ALTO è davvero una sfida e una fatica, ma oggi anche io ci proverò, e partecipare a un Convegno di Astrologia è uno dei modi più belli che conosco per farlo.

Ma veniamo al titolo di questo intervento La decima casa, le figure genitoriali e l’autonomia: l’influenza del ruolo pubblico verso il mondo esterno viene gestito dal padre o dalla madre? Un’ antica diatriba! La risposta per me è ovvia, entrambi, sarebbe come dire è più utile il giorno o la notte, il Sole o la Luna?

Personalmente continuo a incontrarmi e scontrarmi con il concetto di autonomia, da considerarsi un vero e proprio segno di emancipazione, un successo, soprattutto ai nostri giorni dove troviamo il periodo dell’infanzia/adolescenza prolungato nel tempo rispetto a anni passati dove le persone iniziavano a lavorare prima di quanto avvenga ora, e questo impegno poteva essere un modo per crescere, la dimensione del Capricorno, lavoro, guadagno, mi mantengo, mi affranco dalle figure genitoriali, e mi rendo libero/a, lascio andare quella sicurezza che i genitori danno, i valori Cancro, e me ne costruisco una mia. Ma il lavoro attualmente per le nuove generazioni che vivono un periodo con Plutone in Capricorno, complica la realizzazione, almeno economica, personale. In passato le sicurezze materiali dei familiari nella maggior parte dei casi, non erano molte, e i figli costituivano da grandi una forza lavoro, attualmente in diversi casi è il contrario, almeno in Italia, sono nonni e genitori che mantengono a lungo ahimè i figli giovani.

Ma le figure genitoriali, sono il primo veicolo della nostra discesa sulla Terra, e il successo dovrebbe essere un processo di evoluzione personale, che spesso comporta il distacco da queste figure, dalla quarta casa, dalla famiglia, dalla dipendenza, per arrivare lassù alla decima casa, lontani e diametralmente opposti ad essa.

Opposti ma complementari, come diciamo nei corsi ai nostri alunni, quindi diversi ma uniti da una matrice che è data in questo caso da un’eredità psicologica familiare e affettiva, un nutrimento umano di cui abbiamo bisogno per diventare grandi e poterci staccare, per salire faticosamente, come vuole il nostro amico Capricorno, l’asse verticale. Ma il successo è la realizzazione di un obiettivo o un ideale di valore personale, che non può essere definito a priori, per qualcuno può essere fare certi percorsi e diventare un tipo di persona per altri qualcosa di completamente diverso.

E si arriva al concetto astrologico di unicità, ogni carta del cielo è diversa come diverse sono le impronte digitali, quindi in primis il concetto di successo sarà personale per ognuno di noi.

Però per riuscire a trasmettere un concetto dobbiamo anche parlare per sistemi; un processo che ci accomuna, la condizione di essere umano è uguale per tutti noi, questa trasmissione la possiamo definire come una competenza di Giove/Sagittario, fare esperienza, solo tramite essa possiamo capire davvero cosa vogliamo e cosa no. Cosa è nelle proprie corde e cosa invece disturba, quindi sperimentare, cadere, rialzarsi e ripartire.

Ma torniamo alle figure genitoriali, viste come matrici dell’esistenza, mi sono pertanto ispirata al mondo contadino, a quel processo naturale, della vita vegetale che si manifesta sulla Terra, visto che anche noi esseri umani siamo parte di essa. I semi per germogliare hanno bisogno principalmente di acqua, luce e calore.

Il primo passaggio lo vedrei proprio come un fattore Madre/Terra/Luna, il contenitore umano o naturale in cui il seme dell’uomo o di una pianta viene deposto tramite un’azione Padre/Fuoco/Marte.




Ho trovato sul web questo esempio per una migliore comprensione:

Prendiamo quattro contenitori, in questo caso sono uova, simbolo direi più che appropriato perché legato alla nascita.

Primo caso, i semini all’interno dell’uovo sono stati bagnati e sistemati in frigo.
Secondo uovo, i semi sono stati bagnati e messi al buio.
Nel terzo i semi sono stati bagnati e messi vicino a una finestra.
Nel quarto i semi non sono stati bagnati e sono stati messi alla luce del Sole.

I semi non sono germogliati nel primo e nel quarto caso perché non è stato presente rispettivamente l’elemento calore Fuoco o quello liquido Acqua.

Nel secondo caso la mancanza di Luce/Aria non ha permesso il formarsi della clorofilla indispensabile alla pianta per la produzione di ossigeno. Quindi i capelli sono giallini.

L’unica formazione positiva che ha portato a una crescita rigogliosa sarà il caso n. 3. Perché ha avuto tutte le attenzioni giuste per una buona crescita e realizzazione. Tutte le piante hanno bisogno di ACQUA per vivere e crescere, acqua vista anche come manifestazione di sentimento, nutrimento, amore, aspetto materno dell’esistenza. Senza acqua la pianta appassisce e perde la sua struttura, la sua verticalità.
L’acqua fra l’altro trasporta le sostanze nutrienti a tutte le parti della pianta che assorbe attraverso le radici le sostanze nutrienti, principalmente azoto, fosforo e potassio, dal terreno. Quindi l’acqua è uno degli elementi più importanti che dona la capacità di salire verso l’alto. Ma se manca un posto giusto per ancorare le radici, un terreno di coltura adatto, non può esserci una crescita vigorosa. E il nutrimento è anche un processo TERRA. Quindi per salire verso l’alto abbiamo bisogno di un sostegno familiare, di nutrimento affettivo e materiale insomma di cibo giusto per noi, l’ aspetto femminile dell’esistenza.

Poi abbiamo bisogno della LUCE DEL SOLE, tutte le piante richiedono la luce solare per la produzione di cibo per la pianta. Le foglie assorbono i raggi del Sole per attivare il processo di fotosintesi. Quanta luce dipende dalla pianta.
La luce ed il calore del sole sono di importanza fondamentale per la salute ed il benessere di tutti gli esseri viventi. Per le piante la luce è importante per la crescita ed un favorevole metabolismo, ogni pianta ha bisogno di sostanze nutritive, di acqua, acido carbonico, calore e luce. L’energia radiante della luce viene assorbita dai pigmenti della pianta, specialmente dalla clorofilla, ed impiegata ulteriormente in una catena di reazioni chimiche. E per ultimo, ma non meno importante, anzi direi vitale, l’ARIA, perché senza aria morirebbero. Le piante assorbono ossigeno ed elaborano con esso zucchero ed altre sostanze, eliminando acqua ed anidride carbonica.
La pianta respira continuamente, sia di giorno che di notte, mentre il processo di assimilazione, detto appunto fotosintesi, avviene soltanto in presenza di luce in quantità sufficiente. Gli aspetti maschili dell’esistenza.
Quindi l’individuo nascendo è sempre condizionato dalle informazioni che derivano dal proprio vissuto con l’ambiente familiare, perché l’informazione derivante dalle figure generative precedenti, inscritta nelle sue cellule in modo più o meno conscio, lo dirige nella vita.
Ritornando al concetto di avere successo, che non è solo quello di essere famosi, ma che vuol dire anche essere nel ricordo della gente e questo mi fa venire il mente la natura lunare, mentre la posizione di spicco del Medio Cielo mi fa pensare al Sole.
Il sole a mezzogiorno come è davvero nella sua posizione quando è in alto nel cielo nella decima casa.
In sintonia quindi con l’elevata posizione del MC, il pianeta o i pianeti in quest’area del tema natale indicano quelle qualità per cui vogliamo essere ammirati, lodati, apprezzati e rispettati, ma che partono e vengono diretti o contrastati dal vissuto proveniente dal passato, quarta casa. E’ attraverso i segni e i pianeti in questa casa che speriamo di ottenere successo, fama ma soprattutto considerazione.

E qui le posizioni rivelano quale sarà il contributo da noi dato al mondo che più ci farà ricordare in futuro. Il settore dell’ambizione, dove si nasconde più o meno chiaramente il bisogno di essere amati e lodati.

E da chi desideriamo nella prima parte della vita principalmente essere ammirati e amati? Dai componenti della nostra famiglia.

L’asse delle case quarta-decima, l’asse che verticalizza l’essere umano, poggiando le sue radici (la quarta casa) su un terreno fertile e ricco di memorie, può fare arrivare a manifestarsi nel mondo con successo (casa decima) e diventare il più possibile autonomi, pertanto in conclusione possiamo dire che è di estrema importanza tutto ciò che accade alla base, alla partenza, per arrivare fino alla cima.

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E ora vorrei parlare di una persona che ha sicuramente raggiunto il successo personale e non solo per se ma anche per un’intera etnia, ovviamente non è certo l’unica ad avere contribuito a ciò, ma la sua storia mi ha colpito particolarmente.

E’ la storia di Rosa Parks, nata Acquario, il 4 Febbraio 1913 a Tuskegee, un villaggio dell’Alabama sperduto fra le piantagioni di cotone. E lì sarebbe rimasta, ignorata e vittima come altre persone di colore della segregazione razziale, se la sua forza di volontà non l’avesse portata a combattere contro le discriminazioni razziali e a diventare una leader del Movimento per i diritti civili dei neri americani.



Rosa era stata allevata dalla madre, che faceva l’insegnante in una scuola per i neri, cresciuta combattendo la miseria ogni giorno, senza illusioni, arresa a ogni tipo di ingiustizia, e dal nonno, perché il padre sfinito dalla miseria e dall’alcol, li aveva abbandonati quando lei aveva solo due anni.

Il nonno aveva preso il suo posto e ogni giorno, nei fatti e nelle parole insegnava alla nipotina la dignità dell’essere umano “Lo studio è importante Rosa, studia e troverai una professione che ti faccia sentire utile a te stessa e alla società. Tu sei sveglia e intelligente, una rosa nella sterpaglia , ricordatelo. Solo così studiando e lavorando, comportandoti come una persona per bene, dando il buon esempio, potrai cambiare le cose e rendere il mondo un posto un po’ più giusto”.
Rosa però era una bambina gracile e minuta, sempre un po’ malaticcia, valutando i vari orari di nascita, ho scelto pertanto da queste e altre informazioni tratte dal libro “Rosa Parks, il NO che cambiò la storia” autrice Sabina Colloredo, un ascendente Vergine, visto che non è stato possibile avere l’orario esatto.

Quando era in salute invece, dopo la scuola, in estate andava a lavorare nei campi, dove raccoglieva il cotone. Un lavoro massacrante, ore e ore china sotto il sole che le picchiava sulla testa e la sete le spaccava le labbra. Ma non era quella la cosa peggiore, la fine di tutto era quando il padrone li cacciava, anche per capriccio, da un giorno a un altro, perdere il lavoro voleva dire morire di fame. Quando tornava a casa il nonno le medicava le piaghe sotto i piedi e i graffi alle mani. Rosa voleva comunque andare a lavorare per sentirsi grande anche se quel mondo era costellato di violenze.

Rosa con un Sole in Acquario e un ipotetico Medio Cielo in Gemelli voleva a tutti i costi proseguire le scuole e la mandarono pertanto a vivere da una zia a Montgomery, dato che a Pine Level dove viveva non esistevano le scuole superiori. Ma si rese conto che in città la segregazione razziale era ancora più opprimente che in campagna, tutto era diviso in modo preciso, quasi ossessivo. Sui mezzi pubblici le persone di colore avevano a disposizione solo alcuni posti a sedere in fondo all’autobus, nelle prime file stavano i bianchi e nessun bianco voleva sedersi a fianco di un nero, da nessuna parte, al cinema, su una panchina, nei ristoranti. Rosa osservava tutto senza commentare, ma dentro di lei, cresciuta con un forte senso della giustizia e dell’uguaglianza, cresceva un sentimento di protesta.

La zia l’aveva iscritta a una scuola fondata da un gruppo di insegnanti bianche che venivano dal Nord e che si battevano contro il razzismo. Sfidando apertamente l’ira della cittadinanza, erano venute a Montgomery per aprire una scuola per ragazze di colore e dar loro un’istruzione pari a quella delle ragazze bianche. Miss White, questo era il nome dell’insegnante, non le insegnava solo soltanto la matematica, la geografia o la storia, ma le considerava persone con le stesse potenzialità di tutte le altre.
Rosa si affidò per la prima volta a una persona di pelle bianca che le ripeteva che solo attraverso il sapere avrebbe potuto emanciparsi dalla sua umile condizione.
Grazie a lei Rosa diventò forte dentro, nonostante l’aspetto minuto e fragile.
Fuori dalla scuola gli sguardi che i bianchi le lanciavano esprimevano fastidio, diffidenza, repulsione e odio, ma a lei l’odio era un sentimento che non piaceva, la faceva stare male.
Purtroppo la malattia della nonna la costrinse suo malgrado e con grandi proteste a dover tornare a casa, a interrompere gli studi, per aiutare la madre a curare la nonna. Sentiva inaspettato il senso del fallimento, ora che aveva assaporato la speranza di emanciparsi attraverso lo studio e il lavoro, doveva ritornare in un villaggio sperduto al servizio dei padroni bianchi, e questo la riempiva di rabbia, paura e sgomento. Iniziò a pregare con fervore sperando in un miracolo ma niente di tutto questo accadde. Rosa non diventò mai un’ insegnante, tornò a casa e iniziò a fare la sarta, cuciva, rammendava e ricamava.
Conobbe però Raymond Parks, un attivista della NAACP, National Association for the Advancement of Colored People, un’associazione che lottava per i diritti della gente di colore, fondata il 12 Febbraio 1909, centenario di nascita di Abramo Lincoln. Lui si innamorò di lei e anche lei si innamorò di quest’uomo impetuoso e fiero come era stato suo nonno. Si sposarono e andarono a vivere a Montgomery; Rosa ricominciò a studiare nelle ore libere dal lavoro di sarta, riuscì a dare gli esami e a conseguire il diploma delle superiori, che pochissime persone di colore riuscivano ad ottenere. Si iscrisse all’associazione e iniziò a partecipare alle riunioni, unica donna tra tanti uomini, e ne diventò la segretaria, dove ebbe modo di seguire e trascrivere tutte le soverchierie e ingiustizie subite dalle persone che si rivolgevano a loro per avere un’assistenza legale e psicologica.
Nuovamente sull’autobus tornando a casa, però l’evidenza dell’ingiustizia non le dava pace, erano momenti colmi di tensione in cui nessuno poteva distrarsi o rilassarsi guardando fuori dal finestrino.

Il primo giorno di dicembre del 1955 faceva molto freddo, era la fine della sua giornata di lavoro come sarta nel seminterrato di un magazzino umido e mal illuminato; lo squallore di quel luogo contrastava con le luci della città che annunciavano il Natale. Quando finì il lavoro era buio pesto, aveva la schiena a pezzi e i piedi gonfi nelle scarpe troppo dure, era stanchissima. Non era vecchia ma cominciava a non sopportare più quei ritmi di lavoro infernali. Si recò alla fermata dell’autobus e quando il mezzo arrivò sospirò di sollievo accorgendosi che era quasi vuoto e così poteva mettersi a sedere; si sedette centralmente dove poteva stare, a condizione che non ci fossero bianchi in piedi.

Si trovava immersa nei suoi pensieri quando il tono brusco di una voce maschile la fece sobbalzare – Alzati e lascia libero il posto! – L’autobus si era riempito e ora un bianco in piedi di fronte a lei voleva sedersi al suo posto. Anche voi – sbraitò l’autista, rivolto ai neri che erano seduti accanto a Rosa - Fuori dai piedi! Lasciate libera la fila.
I passeggeri obbedirono e si spostarono ma Rosa rimase ferma al suo posto, guardando fisso lo spazio davanti a sé. L’autista lasciò il posto di guida e le si parò davanti. Era grande e grosso dal volto paonazzo – Vuoi alzarti o no, negra? – No! rispose calma Rosa guardandolo negli occhi. Era talmente stanca fisicamente, ma c’era qualcosa di più profondo, che si era sedimentato in lei e che stava venendo a galla quel giorno, su quell’autobus. Era stanca di sopportare ingiustizie, di ingoiare bocconi amari, di arrendersi e subire le prevaricazioni dei bianchi. Non era mai successo che una nera si rifiutasse di cedere il posto a un bianco, mai, era un evento che aveva dell’incredibile e come tale andava punito platealmente. L’autista divento ancora più rosso e le urlo - Guarda che se non ti alzi ti faccio arrestare. - Si, lo può fare - rispose con voce chiara Rosa, senza muoversi di un millimetro. Voleva che la sentissero tutti, bianchi e neri, e non solo lì ma anche nell’intera città, in tutti gli Stati Uniti e più in là, molto più in là, fino ad arrivare al nonno dove dall’alto dei cieli, certamente stava guardando e tifava per lei - Brava Rosa! Nessuno può dirti in quel modo cosa devi fare! L’autista scese dall’autobus e andò a chiamare i poliziotti, Rosa era calma sapeva che stava facendo la cosa giusta che le cose dovevano cambiare e qualcuno doveva dare l’esempio. Rosa venne arrestata ma mentre scendeva dall’autobus si sedeva come una regina nell’auto della polizia. Dovette firmare un gran numero di carte, la fotografarono come si fa con i criminali, eppure Rosa si sentiva sempre più forte, forte di essere dalla parte giusta, orgogliosa di averci almeno provato.



Dando risonanza a questo gesto attraverso la NACCP, da isolato divenne una protesta generale organizzata, nessun nero dovrà più salire su un autobus, fino a quando non sarà dato il permesso di sedere dove volevano, ma i neri potevano solo usare i mezzi pubblici perché non avevano i soldi per nessun altro mezzo di trasporto, come sarebbe stato possibile? L’associazione trovò il modo di fare arrivare al lavoro tutti, con mezzi privati, camioncini, biciclette.

Rosa diventò il simbolo della protesta, la sua ribellione è stata un esempio per tutti, perse il suo posto di lavoro, venne licenziata il giorno dopo, ma era diventata forte. Un'altra persona le dette la sua incondizionata solidarietà, quell’uomo si chiamava Martin Luther King e di lì a poco sarebbe diventato il capo della protesta dei neri in America e avrebbe ricevuto il premio Nobel per la Pace, il massimo riconoscimento internazionale, ma quel giorno era solo uno dei tanti, mentre Rosa era la leader indiscussa. Diventò una celebrità, viaggiava attraverso gli Stati Uniti parlando nelle associazioni e spronando ovunque i neri a ribellarsi, senza violenza, alle ingiustizie. Le televisioni la intervistavano e i giornalisti delle principali testate la cercavano come fosse una star, era diventata un simbolo di pace e libertà.

Dopo più di un anno di boicottaggi, difficoltà, speranze e rinvii, le autorità di Montgomery cedettero, la Corte Suprema varò una nuova legge in cui si diceva che sui mezzi pubblici, neri e bianchi potevano sedersi fianco a fianco.

Rosa Parks aveva così davvero raggiunto il suo successo!.....…ma chissà se poi Rosa era davvero nata con un ascendente nel segno della Vergine.

Grazie a tutti per l’ascolto