L'ORIGINE CLASSICA E L'USO TRADIZIONALE DEGLI ASPETTI
di Deborah Houlding
Trad. Nunzia Coppola Meskalila



"Essi pensano anche che un pianeta sia buono, quando guarda verso tale o tale altro pianeta; che si deteriori, se fissa un pianeta diverso, e che faccia differenza se lo guarda, attraverso un aspetto piuttosto che un altro”. Plotinus, Enneadi, 2.3.1

ORIGINI CLASSICHE

Le filosofie classiche riguardanti la numerologia e la geometria (che traggono il significato dalla forma e dalla struttura dell'apparenza fisica), hanno direttamente influenzato l'interpretazione astrologica degli aspetti. In astrologia classica, la natura di due o più pianeti in relazione d’aspetto è determinata dalla configurazione visibile sullo sfondo della sfera celeste. Pianeti separati da un angolo di 120° per esempio, formano il lato di un triangolo, se osservati attraverso lo zodiaco; così, attraverso il significato associato al triangolo e alla sua identificazione con il numero 3, noi comprendiamo il principio primario espresso dalla loro connessione. Marcus Manilius (c. 10 AD) spiegò nel suo Astronomica che i triangoli iscritti nel cerchio zodiacale raggruppano i Segni in quattro sezioni di Triplicità (tre) e tre sezioni di Quadruplicità (quattro). In modo simile, i Segni alterni sono connessi, secondo la figura esagonale, mentre i Segni opposti sono divisi dalla retta. Il testo di Manilius è pregno di simbolismi Neo-pitagorici classici e illustra, perfettamente, come il nostro approccio contemporaneo alle relazioni angolari, sia basato, principalmente, sul modo in cui esse esprimono la ripartizione o la connessione all'interno di un insieme universale.

La parola Aspetto deriva dal latino aspicio, riguardare. La incontriamo, per la prima volta, durante il Medio Evo; precedentemente, erano usate parole come "guardato", "osservato", "visto", "testimoniato", "visto reciprocamente". Molti testi tradizionali affermano che non è corretto chiamare aspetto la congiunzione , perché i pianeti congiunti non s'incontrano con la vista, ma si uniscono in una realtà fisica. Il termine è spesso preceduto dalla parola "corporeo", in modo da sottolineare che l'unione è reale, in quanto non si tratta di un semplice incrocio di raggi. Altri astrologi ritenevano il termine appropriato, solo per eventi localizzabili sugli stessi paralleli di latitudine celeste. (1) Generalmente, era applicato ai pianeti uniti dalla longitudine celeste, proprio come avviene oggi; il significato dell'effetto era la combinazione dei due pianeti coinvolti. L'astrologia tradizionale non riconosceva la maggior parte degli aspetti minori moderni. Secondo l'antico sistema filosofico, essi sono invalidati dal fatto che non possono iscrivere una forma completa all'interno della ruota zodiacale. Solo due aspetti minori hanno una storia classica: il semi-sestile (), che rispetta la regola su menzionata e l'incongiunto () - conosciuto anche come quinconce; quest'ultimo acquisì un significato all'inverso perché rappresentativo di un'area dove non è possibile la relazione d'aspetto. Molti invalidarono il semi-sestile perché troppo debole per una qualsiasi influenza. La ragione è che l'angolo tra i due segni è troppo ottuso per permettere una chiara linea di visione tra i pianeti coinvolti: "Le loro attenzioni sono dirette verso segni distanti che possono vedere" , spiegava Manilius.(2) Coloro che usavano questo aspetto, gli assegnavano una condizione di vaga familiarità, ossia una relazione incapace di produrre un evento dinamico, senza la testimonianza d’altri corpi.


Le aree in ombra rappresentano un contatto poco visibile

Incongiunto (non connesso) era il nome dato ai pianeti a cinque segni di distanza. Con l'assenza di una qualsiasi forma fisica per connetterne i segni, il termine suggerisce da solo uno stato di avversione naturale. Tale relazione era considerata sfortunata o "aliena", mentre i segni erano visti indietreggiare l'uno dall'altro, in una sorta di malevola mancanza di simpatia. Nella letteratura classica, si trova spesso il termine ablepton "non visto" o "cieco", così come asyndeton "sconnesso" e aversum "allontanato da" e ancora, alienum "non familiare". (3) Naturalmente, il trigono è l'aspetto più favorevole perché armonia ed equilibrio sono inerenti alla sua forma. (4) Esso ha l'abilità di facilitare il consenso tra i pianeti e li abilita a rispondere in modo comprensivo, reciprocamente. I pianeti coinvolti tutto ciò che essi rappresentano rendeva il trigono benefico o nefasto. Ad esempio, si riteneva che le qualità distruttive di Saturno, in sintonia con le violente energie di un Marte debilitato, potevano, naturalmente, produrre un'influenza accompagnata da eventi calamitosi.
Il quadrato, conosciuto anche come quartile, non era un aspetto del tutto indesiderabile. Sebbene incapace di offrire un facile consenso come il trigono, il fatto che i segni avessero una forte visione reciproca, implicava il riconoscimento, oltre ad un flusso di mutuo potere. Manilius spiegava che il potere del trigono è maggiore del quadrato, ma parlava favorevolmente di entrambi. "Su tutti i punti connessi in una serie di quattro punti favoriti dall'angolo, e su tutti i punti segnati dalla linea retta nella sua traccia trilineare....la natura ha elargito federazione, legge comune, benevolenza reciproca e diritto di amicizia. (5). Il quadrato era considerato dannoso, solo quando un pianeta malefico o sfortunato era coinvolto nella relazione. Per questo, molti testi parlano del bisogno di recezione o di qualche altra forma di familiarità per avere influenza positiva. In un antico testo di Dorotheus di Sidonia si trovano alcune illustrazioni dei cosiddetti aspetti cattivi, interpretati positivamente. In esso si afferma che è meglio avere il Signore della triplicità lunare in una buona posizione con la Luna o in opposizione o in quartile o in trigono, piuttosto che avere il signore della triplicità, privo di aspetti con l'ascendente o con la Luna, indicazione negativa per il nativo.(6)Dorotheus ci ricorda che la natura delle relazioni in aspetto dipende dal numero dei fattori, principalmente dalla forza, dalla natura e dalle condizioni generali dei pianeti coinvolti. Un trigono da Giove a Venere può indicare la fama, ma se Venere è afflitta, può indicare una notoria diffamazione causata da una relazione disastrosa. Allo stesso modo, un quadrato non nuoce se entrambi i pianeti sono ben piazzati, degnificati e si ricevono, amichevolmente. Dorotheus si riferisce al trigono come ad un aspetto di grande amore e al quartile come di media misura d’amore. Tale amicizia non è indicata dall'opposizione; questo aspetto è basato sul simbolismo divisorio del numero due, epitome di separazione e ostilità. Solo, occasionalmente, rappresenta l'accordo tra parti in conflitto che riescono a tirar fuori un'alleanza instabile. Manilius accennò ad una simile familiarità di base tra segni opposti a causa del loro genere comune, ma aggiunse che differenze più ovvie erano predominanti: "... segno contro segno brillano opposti, ma a causa della loro natura, sono connessi da alleanza e reciproca simpatia sorta tra loro, come se fossero uniti, sessualmente... ma su questo legame le stagioni prevalgono: Cancro resiste al Capricorno, nonostante entrambi siano femminili, l'estate contrasta con l'inverno ... non meravigliarti per i segni così situati, durante la battaglia ".(7) Oltre che poco amichevole, l'opposizione è un aspetto forte e potente perché i pianeti coinvolti hanno una visione chiara e diretta, l'uno dell'altro.
Il sestile, caratterizzato da un angolo ottuso, possiede una linea visiva, relativamente, debole, perciò la sua importanza fu, frequentemente, sottovalutata dagli autori classici. (8) Quando era usato, la sua interpretazione era fatta derivare dal numero 3 . Dorotheus affermava che is sestile è come il trigono, ma più debole.

Applicazione e sviluppo delle Orbite

Quando i pianeti sono in moto diretto, gli aspetti sono lanciati dai pianeti rapidi e ricevuti dai lenti. Il pianeta che lancia l'aspetto è responsabile di rendere manifesta l'influenza dell'aspetto, ma la forza, la dignità e le condizioni generali del pianeta ricevente ne indicheranno l'espressione. E’ anche necessario distinguere tra aspetti che si avvicinano all'esattezza e quelli che si separano dal punto di esattezza. Sin dai tempi classici, gli aspetti in separazione hanno rappresentato la prima parte della vita, gli anziani e gli eventi passati; gli aspetti applicanti sono stati usati per indicare persone più giovani (quelle nate dopo il nativo), le condizioni della vita successiva all'infanzia e gli eventi futuri. L'attitudine classica verso gli aspetti e le orbite fu molto più rilassata di quella dell'astrologia contemporanea. Vigeva la semplice regola era che se due segni erano in aspetto, qualsiasi altro pianeta compreso tra i segni era in aspetto, a prescindere dai gradi. Qualche volta, i segni delle cuspidi erano usati come confini dell'influenza dell'aspetto. Un testo del dodicesimo secolo di Ibn Ezra affermava che gli antichi non ritenevano che due pianeti fossero in congiunzione, anche in orbita, quando non occupavano lo stesso segno. Cosa strana, però, nonostante Ezra abbia descritto questa regola, egli non la condivideva . Infatti, scrisse: "Sembra che due pianeti in due segni di cui ognuno sarebbe nella forza dell'altro, non debbano essere considerati congiunti perché in segni differenti. Questa è l'opinione degli antichi uomini di scienze, ma io, Abraham, autore di questo libro, non sono d'accordo". (10) In pratica, la maggior parte degli astrologi tradizionali ammetteva un aspetto ai confini dei segni se si avvicinava al grado di esattezza. Inoltre, anche nel periodo classico, molti testi ricordano allo studente che riconoscere un aspetto solo dal segno non si addice, necessariamente, alla filosofia delle forme, mentre è molto più corretto considerare il grado.(11) Un pianeta a 28° dal Leone, per esempio, forma un trigono con un pianeta a 2° dal Sagittario, secondo la relazione tra i segni. E', invece, vicino al quadrato esatto, quando le posizioni planetarie sono misurate da un grado all'altro. In astrologia classica, quest'ultimo è conosciuto come aspetto partile, secondo una terminologia che focalizza le parti (o gradi), piuttosto che i segni. Aspetti giudicati secondo la relazioni tra i segni sono chiamati platici, secondo un termine che significa piatto o area larga. In seguito, il termine partile fu riferito, generalmente, agli aspetti esatti o quasi esatti, mentre platico si riferiva all'aspetto largo o vicino alle orbite riconosciute.(12)

Nella maggior parte delle interpretazioni di temi natali classici, conservate nell'archivio di Vettius Valens, la procedura di base per calcolare gli aspetti sembra essere stata accordata ai segni; eegli non si curò di indicare i gradi delle posizioni planetarie. In ogni modo, alcuni passaggi suggeriscono che questo approccio semplificato fosse adatto solo alle generalità. In un esempio sull'aspetto dannoso tra Toro e Vergine "perché è nel suo quadrato, riconosciuto dai gradi " (13) vediamo che il bisogno di considerare gli aspetti planetari, indipendentemente dalla relazione con il segno, non era del tutto ignorato. Le orbite furono originate dal bisogno di determinare un limite entro il quale la forza di un aspetto calcolato per gradi superava la rilevanza di un aspetto calcolato per segni. Fu un tentativo per definire la "perfezione", il periodo della forza maggiore dell'aspetto. Di solito, questo era interpretato come grado d’esattezza, ma l'opinione variava e il testo del secondo secolo di Antiochus parla di "contatto" o "applicazione in senso proprio", quando avviene entro i 3 gradi. (14) Il testo dell'undicesimo secolo dell'astrologo arabo Al-Biruni contiene anche una lista di orbite planetarie riportate come copia del lavoro del terzo secolo di Porphyrius.(15) Sfortunatamente, ora vi sono esempi poco chiari e ambigui dell'uso delle orbite nell'astrologia classica, perciò ragionando sulle informazioni dei testi, possiamo solo tirare ad indovinare sul loro sviluppo. Il termine latino orbis, letteralmente, significa cerchio o sfera, e definisce un'orbita planetaria, come quell'area del cielo - "vasta e pienamente orbitata, e poi improvvisamente non più là " - fu così che Plinio parlò della Luna. (16) Alcuni autori ritenevano che l'orbita di un pianeta fosse la forza del suo corpo, percependola come una specie di aura molto carica, invisibile all'occhio, ma immersa nell'influenza del pianeta. Possiamo essere abbastanza sicuri che le orbite del Sole e della Luna derivano dalla distanza dell'oscuramento, durante il fenomeno eliaco. L'orbita tradizionale del Sole di l5-17 gradi è la distanza dalla quale i pianeti scompaiono dalla vista, quando entrano in congiunzione con il Sole. L'orbita della Luna di circa 12 gradi è quella che separa i luminari, quando la nuova Luna crescente riappare dopo la congiunzione. Diventa visibile ad una distanza inferiore dei pianeti perché è un corpo più luminoso.(17) Tali misure sono approssimative perché affette dalla brillantezza del pianeta e dalle condizioni metereologiche prevalenti. È possibile che tutte le orbite planetarie siano state originate da un antico tentativo di registrare l'oscurità eliaca. La tabella che segue mostra le misure usate dall'astrologo romano del quarto secolo, Firmicus, per determinare di quanti gradi i pianeti devono separarsi dal Sole, prima di emergere come stelle mattutine, albeggianti prima del Sole, o come stelle serali che sorgono prima del tramonto del Sole. Ad eccezione di Mercurio, (particolarmente difficile da vedere ad occhio nudo), i pianeti hanno una forte somiglianza con i limiti dati nella lista comparata delle orbite tradizionali. Abraham Ibn Ezra fornisce anche un commento dettagliato e illuminante su come applicazione e separazione siano connesse alla relazione individuale tra un pianeta e il Sole.(18)



Pianeta

Limite d’oscurità solare secondo  Firmicus: II.ix

Orbite di Al-Biruni
(v.436)

Altre
[vedi note]

Sole

non indicato

15°

17°

Luna

non indicato

12°

12½°

Mercurio

18°

Venere

Marte

7½°

Giove

12°

12°

Saturno

15°

10°

Note: - Una delle più popolari liste orbitali seguite da William Lilly e da Ibn Ezra. Lilly non si mostrò mai  rigido sulla questione delle orbite e diceva delle due liste: "A volte uso l'una e a volte l'altra, secondo quello che mi suggerisce la memoria." In realtà, tendeva a preferire la lista di Al-Biruni.

Un'altra ipotesi spiegava che i limiti esterni non si basavano su alcun arco visuale, ma solo sulla forza e sulla superiorità dei pianeti. Così, ai pianeti esterni Marte, Giove e Saturno con un'influenza prominente, erano accordate orbite più larghe degli inferiori Mercurio e Venere. La probabilità è che orbite assegnate attraverso il tentativo di riconoscere entrambi i fattori, siano basate fondamentalmente sull'emergenza eliaca, ma precisate per incorporare la superiorità dell'effetto. Al tempo in cui Al-Biruni scrisse Elementi nell'Arte dell'Astrologia, nel secolo undicesimo, l'opinione era scissa sui limiti corretti dell'applicazione. Dal suo commentario, possiamo notare la varietà di definizioni e la logica sottesa nei sistemi in uso. Alcuni astrologi usavano i 12 gradi per entrambi i lati di tutti gli aspetti (basandosi sull'orbita lunare). Altri usavano i 15 gradi (orbita del Sole); e altri ancora usavano la media orbitale tra due pianeti in aspetto. Altri astrologi s’ispirarono a Tolomeo che nel Tetrabiblos aveva specificato un'orbita di 5 gradi per l'ASC, aggiungendo che questa regola poteva essere applicata anche agli aspetti perfettivi. Altri ancora preferivano il limite di 6 gradi, giustificando la scelta sul fatto che, come quinta parte di un segno, questa è la distanza media dei confini planetari. (19) Vista la confusione, non ci sorprende molto sapere che la questione delle orbite fosse spesso evitata in blocco. Uno dei primi testi che si occupò della faccenda in modo dettagliato, fu quello dell'astrologo francese Claude Dariot (1533-1594). Il suo lavoro offrì una spiegazione chiara di come le orbite dovevano essere determinate, perciò gli astrologi europei del Rinascimento si attennero al suo metodo.(20)

Medietas dell'orbita

Come introduzione alla questione delle orbite, Dariot dichiarò, brevemente, che l'applicazione può iniziare a 6° dalla perfezione. In seguito, descrisse il suo sistema preferito, secondo cui gli aspetti sono decisi dalla media orbitale dei due pianeti in questione. Egli definì le orbite come cerchi, radiazioni o raggi dei pianeti "attraverso i quali possono essere connessi o da congiunzione corporea o da aspetto". Egli aderì ai limiti planetari di Al-Biruni, spiegando che le cifre si riferivano al raggio dell'orbita per ciascun pianeta. Mercurio, per esempio, ha un'orbita globale di 14°, con 7° per lato, mentre la Luna ha un'orbita globale di 24° estesa a 12° per lato. Nonostante le aspettative sugli effetti dei pianeti che avanzano l'uno verso l'altro, la completio (quella che chiamiamo applicazione) avviene solo quando Mercurio e Luna toccano la metà della loro orbita; e a questo punto, l'energia dell'aspetto inizia a produrre effetti riconoscibili. Questa regione centrale è chiamata "media" dell'orbita, dalla parola moitié, termine francese del quindicesimo secolo, derivante a sua volta dal latino medietas, ossia metà. Usando le misure di Dariot, la metà per ogni orbita è mostrata nella seguente figura:

Secondo Dariot, Mercurio e la Luna entrano in aspetto di applicazione alla distanza di 9½° gradi - il totale della loro rispettiva metà.
(Mercurio = 3½° + Luna = 6°). Da questo punto, l'influenza dell'aspetto può aumentare fino allo stadio della perfezione, quando diventa esatto. Successivamente, l'aspetto inizia a separarsi, ma gli effetti non diminuiscono completamente, finché i pianeti non hanno oltrepassato oltre la metà della loro orbita.

ORBITE PLANETARIE TRADIZIONALI


Pianeta

Raggio dell'orbita

Moiety Limit

Sole

15°

7½°

Luna

12°

Mercurio

3½°

Venere

3½°

Marte

Giove

4½°

Saturno

4½°

Un aspetto che coinvolge Mercurio e Venere inizia il suo completamento (entro l'orbita) quando i due pianeti sono a 7° di distanza, con un totale della loro rispettiva media di 3½° + 3½°. Una distanza maggiore, fino a 13½° è accettata per il Sole e per la Luna (7½° + 6°), vista la loro importanza come luminari. La separazione inizia appena i pianeti superano la fase d'esattezza, (21) ma l'influenza dell'aspetto conserva il proprio significato, sino alla separazione oltre l'orbita della media. Usando i parametri di Dariot, se la Luna e Mercurio sono separati da 10 gradi, non ci si aspetta che possano ancora produrre effetti riconoscibili. Solo dall'ultimo secolo, le orbite sono state determinate dalla natura dell'aspetto, invece che dai pianeti coinvolti; si tratta di una procedura semplificata che non accetta l'influenza maggiore di alcuni pianeti. Eppure, se consideriamo che gli aspetti caratterizzano la maniera in cui le energie planetarie si combinano, possiamo accettare che i limiti sugli effetti siano più logicamente dedotti dalla forza e dalla veracità dei pianeti partecipanti, piuttosto che dal carattere dell'unione in sé.


DISTANZA ENTRO LA QUALE I PIANETI SONO IN ORBITA TRA LORO 
Con il sistema Dariot sono usati  5° di orbita per i pianeti esterni **

Sole

Luna

Mercurio

Venere

Marte

Giove

Saturno

Urano

Nettuno

Plutone

Sole

13½°

11°

11°

11½°

12°

12°

10°

10°

10°

Luna

13½°

9½°

9½°

10°

10½°

10½°

8½°

8½°

8½°

Mercurio

11°

9½°

7½°

Venere

11°

9½°

7½°

Marte

11½°

10°

7½°

7½°

8½°

8½°

6½°

6½°

6½°

Giove

12°

10½°

8½°

Saturno

12°

10½°

8½°

Urano

10°

8½°

6½°

Nettuno

10°

8½°

6½°

Plutone

10°

8½°

6½°

** Il 5° di orbita può essere anche applicato agli angoli e agli altri punti non luminosi.

 

DEXTER E SINISTER

Trigoni, quadrati e sestili sono, a volte, chiamati "aspetti ambilaterali" perché possono trovarsii a destra o a sinistra di un determinato pianeta.(22) Se un pianeta si trova in Ariete, il suo quadrato ad un pianeta in Capricorno, è chiamato aspetto dexter, ('dexter' significa a destra) e il suo quadrato ad un pianeta in Cancro è detto sinister (a sinistra). L'interpretazione di questi termini è di nuovo connessa con la filosofia pitagorica e con il fatto che i segni si guardano, reciprocamente. Si afferma che il loro sguardo segua il movimento diurno del cielo, così che dexter descrive una vista naturale in avanti, mentre sinister descrive una vista poco naturale, all'indietro. Il diagramma sottostante dimostra come dexter e sinister si relazionano alla mozione planetaria. Ogni giorno, i pianeti rivoluzionano intorno alla Terra da Est ad Ovest. Appaiono all'orizzonte Est, culminano al Medio cielo e scompaiono all'orizzonte Ovest. Il moto diurno che sposta i pianeti in movimento orario, lungo il cielo era basilare in astrologia tradizionale, mentre nei testi moderni è del tutto ignorato. (23) Poiché abbiamo perso molto della comprensione geocentrica, basata sul simbolismo, l'enfasi si è spostata sul movimento antiorario dei pianeti, attraverso i segni. Questo evidenzia il movimento astronomico dei pianeti, attraverso lo Zodiaco, ma perde la prospettiva dei cieli, come appaiono dalla Terra, oltre ad ignorare il simbolismo essenziale della polarità notte-giorno. Gli astrologi classici, in ogni modo, considerarono il moto diurno come parte centrale della loro arte e lo chiamarono moto naturale del cielo. Manilius spiegò che quando un segno sorge, esso fissa il segno che sorgerà dopo. Ariete fissa Acquario per sestile, Capricorno per quadrato e Sagittario per trigono. Capricorno guarda verso Bilancia, mentre Ariete guarda il Capricorno ed è guardato a sua volta dal Cancro che, a sua volta, è percepito da Bilancia, ecc.: i segni antecedenti sono riconosciuti come segni a destra.(24) Un aspetto a destra è più diretto ed esprime maggiore influenza del sinistro perché la linea visiva è condizionata dal moto diurno, dando luogo ad un effetto meno complicato e più espressivo. Un aspetto a sinistra, essendo opposto al movimento naturale dei cieli, deve guardare all'indietro e perciò, è indebolito, distorto, invertito e in qualche modo, debilitato. Il termine porta con sè qualcosa della credenza antica, secondo cui ciò che si dirige a destra, appare manifesto, forte e legato alle qualità diurne, mentre ciò che volge a sinistra, è nascosto, passivo e notturno. Ecco perché la parola sinister, usata originariamente per indicare qualcosa che appartiene alla sinistra, ha finito per significare qualcosa di oscuro, nascosto e in stato non naturale.(25)


e saranno anche più fortunati se i pianeti attendenti si trovano in aspetto destrorso
Tolomeo, Tetrabiblos, IV.3

IL PIANETA DOMINANTE

Studi classici indicano che il pianeta a destra di un aspetto (quello più avanti per rapporto al moto diurno) domina, supera o controlla quello a sinistra. (Nel diagramma sovrastante la Luna in Ariete domina Mercurio in Cancro, mentre Saturno in Capricorno domina la Luna). Molto meglio è avere un benefico che domina un malefico - perchè capace di ridurre la sua capacità distruttiva - piuttosto che avere un malefico che domina un benefico. Per esempio, Dorotheus spiega che se Giove domina Marte, attraverso un quadrato, il nativo sarà nobile, fermo e compassionevole; ma se Marte domina Giove, il nativo sarà mentalmente debole, stanco e diffamatore. (26) Astrologi classici come Vettius Valens usarono molto il pianeta dominante. Nel grafico sottostante, egli descrive Saturno in Acquario come indicatore di un anno pericoloso in cui il nativo si ammalò, ebbe una breve fuga al mare e un costoso processo penale (che, probabilmente, vinse). Valens spiegò che, nonostante, Saturno sia angolare in casa Settima, era dominato da Venere in Bilancia (per trigono) e da Giove in Scorpione (per quadrato). Dunque, poichè i benefici dominavano Saturno ed erano in posizione di comando, il disagio causato da Saturno fu limitato e la sfortuna del nativo alleviata. (27)


Tema di Vettio Valente - "... era ammalato in quel tempo"

In accordo con quanto detto, si riteneva che la Nona, la Decima e l'Undicesima casa, da qualsiasi pianeta, avesse la massima influenza sullo stesso. L'influenza maggiore era attribuita alla casa Decima, perché capace di dominare il pianeta nello stesso modo in cui il MC domina l'Ascendente. Tolomeo si riferiva a questo, quando asseriva che, in caso di morte, le sole Case con potere di dominio (oltre l'Ascendente e il Discendente) erano la Nona, la Decima e l'Undicesima dall'Ascendente, in quanto quest'ultimo rappresenta il punto di vita. (28)


NOTE E RIFERIMENTI:
1] Tolomeo nel suo Tetrabiblos dice: "... una relazione è considerata reale, quando avviene per congiunzione fisica o attraverso uno degli aspetti tradizionali. Ad eccezione per quelle riguardanti l'applicazione e la separazione dei corpi celesti, è utile osservare anche la loro latitudine, così da poter accettare solo quei passaggi che si trovano allo stesso lato dell'eclittica. In caso di aspetti per applicazione e separazione, comunque, tale pratica è superflua, perché i raggi cadono e convergono da ogni direzione sullo stesso punto, ossia il centro della Terra. 1.24; Loeb (traduzione di Robbins), p.115.
2] Manilius, Astronomica, 2.385-395. Vedi anche Tolomeo, Tetrabiblos, 1.16, (Loeb p.79 & nota pp.72/73).
3] Vedi Firmicus, Matheseos Libri VIII, II.XXII e la traduzione della nota 38, (Ascella Reprints, London) p.303. Anche Greek Horoscopes di Neugebauer & Van-Hoesen, (American Philosophical Soc., Philadelphia, 1959), p.13.
4] Vedi "Uso classico delle triplicità".
5] Astronomica 2.340; (Loeb p.109).
6] Dorotheus, Carmen Astrologicum, Bk I. ch.25; (Ascella Reprints p.189).
7] Astronomica, 2.4 10; (Loeb p.115).
8] Vedi Firmicus, Translator's 39th note (Ascella Reprints p.303).
9] Dorotheus, 11.17; (p.22 I).
10 Ibn Ezra, L'inizio della saggezza Ch.7; Ascella Reprints, p.209. Ezra esprime la sua opinione, (in Aphorism 36 of Chapter 8), dicendo che la congiunzione convoglia un effetto, solo se non vi è una proibizione, dopo qualche 'despair'. Se una stella sta per entrare in congiunzione con un'altra, ma prima che la congiunzione sia consumata, la seconda stella parte in un altro segno, mentre la prima la segue e la prende, e se prima di prenderla, nessuna stella si unisce ad essa, allora la cosa richiesta sarà compiuta dopo il despair.
11] Per esempio, Manilius, (2.305-340): "E benché qualcuno computi un quarto segno da un quarto, gli stessi gradi causeranno la demolizione dell'intero segno. Non basta, quindi, contare i trigono per segno o aspettarsi un vero quadrato da segni ad intervallo quattro. Aspetti tra pianeti che contraddicono la loro relazione tra i loro segni sono chiamati dissociati.
12] William Lilly scrive: Esiste anche un aspetto Partile e un Platico: Abbiamo il Partile, quando due Pianeti distano esattamente tanti gradi l'uno dall'altro quanto serve per un aspetto perfetto: ad esempio, se Venere dista nove gradi dall'Ariete e Giove dista nove gradi dal Leone, abbiamo un trigono partile. Se il Sole dista 1 grado dal Toro e la Luna 1 grado dal Cancro, abbiamo un sestile partile, quale grosso segno di performance per una qualsiasi cosa, o indicazione che l'evento è vicino alla conclusione, quando l'aspetto è partile e buono; ed è cattivo segno, quando la birichinata è minacciata. Un aspetto platico è quello che ammette Orbite o raggi di due Pianeti che significano qualcosa: ad esempio, se Venere dista 10 gradi dal Toro e Saturno 8 gradi dalla Vergine, Venere presenta un trigono platico con Saturno, perché si avvicina alla metà dell'orbita di entrambi i pianeti. La metà dell'orbita di Saturno è 5, quella di Venere è 4, per cui la distanza più vicina alla perfezione è 8 gradi. (CA., p.107). In ogni modo, guardare la nota 14, dove Lilly definisce Partile ciò che è nei limiti di 3 gradi.
13] Neugebauer & Van-Hoesen, Greek Horoscopes, p.82.
14] Il Tesauro, tradotto da Robert Schmidt; edito da Robert Hand; pubblicato da Golden Hind Press (1993). Anche l'astrologo del Diciassettesimo secolo, William Lilly riporta il significato dell'orbita di 3 gradi n Merlini Anglici, 1677, dicendo: "Un aspetto Partile avviene entro i tre gradi, anche se in Christian Astrology definisce partile l'aspetto che avviene nello stesso grado (vedi nota 12). Il fatto notevole che egli abbia scritto su questa definizione, 30 anni dopo la prima, suggerisce che deve aver rivisto la sua prima comprensione dell'aspetto.
15] Al-Biruni, The Book of Instruction in the Elements of the Art of Astrology, Undicesimo secolo., tradotto da R. Ramsay Wright, (Luzac, 1934). Si può trovare la ristampa presso Ascella a Londra or Ballantrae Reprints in Canada.
16] Natural History 11.42; (Loeb p.195).
17] Fonti tradizionali asseriscono che i pianeti vanno "Sotto i raggi del Sole" a 15 o a 17 gradi. Lilly menzionò entrambi i limiti, a p.113 di Christian Astrology, affermando che un pianeta finisce sotto i raggi del sole a 17 gradi dal Sole, ma inseguito, si contraddisse in una nota editoriale alla traduzione inglese fatta da Henry Coley dell'"Anima Astrologiae di Guido Bonatti". In tale nota, egli affermò che un pianeta è correttamente sotto i raggi solari, a meno di 12 gradi dal Sole. Poi disse anche che un pianeta sta andando sotto i raggi del sole, quando la distanza è tra i 12 e i 15 gradi. (Consideration 53, p.25.)
18] The Beginning of Wisdom, Capitolo 7.
19] For al-Biruni, sulle orbite, vedi capitoli 436-437. 446 e 490.
20] Dariot, Ad Astrorum Facilis Introductio. Scritto in Latino 1557, le referenze si applicano alla traduzione inglese per opera di Fabian Wither "A Brief and most Easy Introduction to the Astrological Judgement of the Stars", pubblicato nel 1583.
21] William Lilly asserisce che i pianeti devono trovarsi lontani l'uno dall'altro per un minimo di 6 minuti d'arco, prima di poter essere considerati in stato di separazione (CA., p110). Altri autori asseriscono che l'aspetto resta perfetto fin quando i pianeti restano separati da 16 minuti o un intero grado.
22] Al-Biruni aggiunge che un pianeta ha due mani destre, quando è vicino al MC ed ha due sestili o quartili che entrambi cadono sulla Terra. Se gli aspetti cadono al di sotto della Terra, il pianeta ha due mani sinistre. Nel primo caso è indicata la vittoria e il successo. (Ch. 503).
23] Tolomeo, parlando dei due sistemi di mozione, si riferisce alla progressione giornaliera di una stella da est ad ovest come Primum Mobile "prima mozione primaria" (Almagesto 1.8). Il poeta del 14° secolo Chaucer conferma la sua importanza in The Man of Law's Tale (linee 295-298): O primo moto, crudele firmamento, che trascini le stelle con il tuo spostamento diurno E scagliando tutto ciò che da Est ad Ovest, naturalmente prenderebbe un altro percorso.
24] Astronomica, 2.290-295; (Loeb p.105).
25] L'associazione della direzione destra con la luce e il principio solare, e della direzione sinistra con l'oscurità e il principio lunare spiega l'uso dei termini di Al Biruni alla nota 22. Un pianeta con due braccia cadenti sulla Terra è più diretto ed espressivo; sotto la Terra è più sovversivo e nascosto. La direzione destra (dexter) implica sempre una forza chiaramente espressa e manifesta, mentre la direzione sinistra (sinister) implica una forza interiorizzata o una che si sforza per esprimersi chiaramente.
26] Carmen Astrologicum, Bk. II.15.14 (p.215).
27] O. Neugebauer e H.B. Van-Hoesen, Greek Horoscopes p.104. No. L108,X1.
28] Tetrabiblos, III.10.


Deborah Houlding è una luminare riconosciuta a livello internazionale per gli studi di filosofia, storia e pratica dell'astrologia occidentale tradizionale. È stata l'editrice della rivista “The traditional astrologer”, autrice di “Le case: templi celesti”, e creatrice del sito Skyscript . Deborah insegna anche Astrologia oraria (STA) con corsi qualificati, organizzati in seminari residenziali o per corrispondenza.
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